rubato da facebook di Caterina Testa
Dall’istituto Cattaneo : a mio parere il più attendibile tra gli istituti di analisi di flussi elettorali .
Di Attilio Gambino
Come è cambiato il voto in queste Elezioni Europee rispetto alle politiche del 2013? Al termine dell’election day e dopo i risultati eccezionali per il Partito Democratico che ottiene una percentuale di voti superiore al 40% in questa tornata elettorale, l’Istituto Cattaneo ha analizzato i flussi elettorali di undici città (Torino, Genova, Brescia, Padova, Venezia, Parma, Bologna, Firenze, Pescara, Catania, Palermo), individuando le dinamiche del voto e lo spostamento dell’elettorato da un partito all’ altro.
Ne è emerso un quadro in cui il successo di Matteo Renzi e del partito Democratico è dovuto in larga parte allo sfaldamento di Scelta Civica e all’astensione, che ha ridimensionato e modificato i risultati elettorali.
Il primo e più evidente flusso è quello che da Scelta Civica è passato al Pd: il fenomeno è particolarmente evidente al Nord – Torino, Brescia, Padova, Venezia – dove sono più di 5 i punti percentuali che si sono orientati da Monti a Renzi. Lo stesso si può dire per Genova, per Parma e, in misura leggermente minore, per Bologna e Firenze. Il fenomeno è stato più moderato nelle altre città, rimanendo comunque evidente.
Un altro flusso importante è quello che si muove dal Movimento 5 Stelle verso l’area dell’astensione: il dato è marcato soprattutto a Torino Genova e Venezia, e particolarmente evidente nelle regioni “rosse”, in particolare a Parma, dove, va ricordato, vige un’amministrazione grillina con Pizzarotti.
Vanno verso l’astensione anche molti voti che nelle scorse politiche erano appannaggio del Pdl: sempre secondi i dati dell’Istituto Cattaneo, è un dato evidentissimo in tutto le città del Nord. Anche questo è un dato significativo se analizzato rispetto al tipo di elettorato del centrodestra e del Pdl (ora Forza Italia) in particolare, quello cioè delle Partite Iva e degli imprenditori, che hanno fatto mancare il loro sostegno a Berlusconi restituendogli una performance mediocre rispetto a quelle a cui ci aveva abituato.
Secondo l’analisi dei flussi dell’Istituto Cattaneo, invece, non è da considerarsi evidente alcun flusso di voti da Pdl a Pd e da M5S a Pd, come invece altri istituti di ricerca hanno rilevato nelle loro analisi dei flussi.
Per quel che riguarda il passaggio da Pdl a Pd è presente solo a Genova, Parma e Firenze, ma comunque in misura modesta; per quel che concerne invece il passaggio da Grillo a Renzi, si tratta – qualora ci sia stato, e vale solo per alcune città – di un interscambio oppure di un passaggio unidirezionale, ma solo a Padova, Catania e Pescara. Si tratta però di spostamenti che, di fatto, non intaccano i primi tre macroflussi rilevati dall’Istituto e che rimangono quindi validi in termini assoluti.
Da dove emerge dunque la forza del Partito Democratico? Semplice dall’aver saputo mantenere il suo elettorato che non si è disperso nell’astensionismo come invece è successo alle altre forze in campo. Poi hanno giocato a favore, chiaramente, i voti di Scelta Civica, che, infatti, è andata a morire sotto un profilo elettorale.
Secondo l’Istituto Cattaneo, però, persiste l’impermeabilità degli schieramenti, nonostante il dibattito politico sia incline a credere il contrario.