Fonte: Lucia Del Grosso
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di Lucia Del Grosso – 31 gennaio 2016
Senza entrare nel merito dei messaggi contrapposti lanciati dalle piazze Arcobaleno e del Family Day segnalo un problema ai progressisti, ottimisti e di sinistra come la canzone, entusiasti del leader smart del Partito della Nazione.
Adesso che avete visto alcuni esponenti del PD presenziare alle piazze mobilitate per le unioni civili e altrettanti al Family Day vi siete resi conto di quale pericolo per la democrazia sia il Partito della Nazione? Soprattutto se vuole esserlo per forza e quindi sopperisce ai numeri e al consenso che non ha procedendo come un carrarmato verso una riforma sia costituzionale che elettorale in modo da poter governare prescindendo da opposizione sociale e parlamentare.
Perché se il Partito della Nazione rappresenta sia una piazza che l’altra (e questo vale in ogni ambito, potevano anche essere le piazze pro e contro Jobs Act) vi siete fatti due belle giornate sotto le bandiere, ma poi quello che ne verrà fuori sarà sempre quello che deciderà il leader, al massimo sentito il giglio magico.
Perciò fa molto ridere l’avvertimento “Ce ne ricorderemo”, indipendentemente da quale delle due piazze l’ha lanciato. Ce l’avevate con Alfano? State sereni, il Partito della Nazione lo compra con un rimpasto, la Sinistra Dem chiede a Renzi se per caso il PD si sia spostato a destra, non sarà degnata di risposta e fine delle trasmissioni. Fino al prossimo psedoconflitto che sarà risolto anch’esso dal Partito della Nazione nel sottobosco parlamentare secondo il principio “quello che non si può inglobare si compra”.
E lasciamo perdere che stavolta l’esito sarà una legge sacrosanta sull’unione civile che aspettiamo da tempi immemorabili. Domani potremmo protestare contro una legge liberticida o contro i lavoratori. Renzi dirà che ha ascoltato le piazze, ma ora bisogna decidere, l’opposizione interna del PD rilascerà roboanti interviste, ma alla fine la voterà perché il Partito della Nazione è anche il suo partito. Se no che Partito della Nazione è se non ha un’ala di sinistra da ignorare?
E così in quest’ultima settimana abbiamo visto il trailer della democrazia prossima ventura: 10, 100, 1000 piazze, o tutti insieme appassionatamente al Circo Massimo, per provare il brivido della mobilitazione, che produce come risultato nientemeno che un’alzata di spalle di Palazzo Chigi. Ai mobilitati la soddisfazione del gioco tradizionale post-manifestazione eravamo-più-noi-no-più-noi.
Perché a Renzi di quello che si muove nella società, pro o contro questo o quello frega proprio nulla, anzi la riforma costituzionale più Italicum gli servono per fregarsene ancora meno, dato che gli consentiranno di governare con il voto di un Italiano su 4 o su 5, basta che siano uno di più degli altri competitori.
Perciò se i progressisti arcobaleno trullallero trullallà non vogliamo continuare a fare scampagnate sotto i cartelli di cui a Renzi non frega una mazza non hanno che da votare al referendum confermativo della riforma costoituzionale NO, NO, NO e poi ancora NO. E senza lasciarsi irretire dalle sirene della Sinistra PD battagliera sui giornali e imbelle in Parlamento. Quella che “il Partito della Nazione no Dio ce ne scampi e liberi”, mentre invece ne funge da architrave: senza la sua componente si svelerebbe l’imbroglio e il PD si rileverebbe per quello che effettivamente è, cioè un partito bonapartista senza popolo.
1 commento
Ovvero due partiti in uno, ma chi decide è sempre lo stesso Bonaparte. Certo, il PDN estende ulteriormente i confini a destra, ma il PDR ha finora dimostrato di non esser diverso e di cavarsela egregiamente anche da solo. Anche nel PDR ci sono infatti due partiti, uno dei quali svolge solo una funzione servente, assicurando, con le sue “sirene”, alle decisioni di Napoleone l’appoggio incondizionato dell’elettorato di sinistra. La sinistra al servizio della destra. Ha funzionato bene. Il PDN mi pare volto a replicare verso una destra più avanzata il miracolo (o l’incubo, dipende dai punti di vista) realizzato nell’asservire la sinistra: tutto il popolo al seguito di un Bonaparte senza popolo e senza bandiere, ma con mille bandiere. E al popolo un solo diritto: il diritto al mugugno.