di Gian Franco Ferraris, 29 dicembre 2015
Cari Compagni,
Ogni speranza è perduta. Nell’augurarvi un felice anno nuovo, sento l’imperativo di fare una previsione politica. Ho visto le immagini di Iglesias dopo le elezioni spagnole, così come ho visto gli occhi di Tsipras dopo la capitolazione e ho compreso che Iglesias, Tsipras e Renzi hanno molte più cose in comune di quanto sembri. Tutti e tre vivono di attualità, di scelte dettate dalla convenienza del momento. Tsipras e Iglesias interpretano meglio la sensibilità delle nuove generazioni e Renzi rappresenta interessi vecchi e stantii. in ultima analisi Renzi è il frutto del vecchiume di interessi logori, in un paese di vecchi.
Ma con la crisi delle ideologie della fine anni ’70 e il crollo del muro di Berlino, la politica è diventata ricerca del consenso fine a se stesso e questo processo è inarrestabile, tutto il potere è in mano alle lobby e alla finanza. I corpi intermedi, che erano la spina dorsale della democrazia, sono stati fatti a pezzi. Di Renzi non c’è da preoccuparsi troppo, le sue mosse sono scontate quanto rozze, gli possono consentire al massimo di vincere le elezioni una volta (se riesce di capitalizzare un bel pò di voti di destra e creare al secondo turno lo spauracchio di Grillo) e assicurare a sè e al ristretto giglio magico di inusuale avidità che ha intorno qualche anno di insolenza e tracotanza, ma presto verrà sostituito dai veri detentori del potere. Quello che è successo con il salvataggio delle banche è emblematico.
La crisi di identità italiana ha una particolare gravità, basta pensare al sempre più basso tasso di natalità e all’aumento del tasso di mortalità, ma in crisi è tutta l’Europa, i partiti tradizionali sommati sia in Francia che in Spagna raggiungono a malapena il 50 % dei consensi e con il progressivo impoverimento delle masse la frattura tra poteri e società sarà sempre più profonda. E’ difficile immaginare che gli elettori restino favorevoli al progetto europeo quando la disoccupazione strutturale è consolidata per un tempo molto lungo oltre il 10 per cento e non si vede all’orizzonte una riflessione determinata a cambiare la situazione. Da decenni sono in crisi i valori di sinistra ma non solo, vengono messi in discussione i fondamenti stessi delle democrazie occidentali dai tempi di Montesquieu e viene negata la comune identità cristiana. I valori dell’Europa faticosamente costruiti dalla Rivoluzione francese alla fine del ‘900 non ci sono più, restano solo relitti, brandelli di muro.
Per trovare un nuovo equilibrio ci vorranno decenni se si inverte la rotta, ma di certo questo passaggio durerà molti anni. Ci resta solo la nostalgia per un mondo che è finito e che non tornerà. A ben pensare non c’è solo da dolersene se riflettiamo sull’impressionante declino della classe politica comunista post-berlingueriana, ai percorsi personali di Occhetto, Bertinotti, Veltroni, Fassino, Bassolino, Burlando, Bettini, Chiamparino (si distingue D’Alema perchè non ai valori di sinistra, ma almeno a se stesso è rimasto fedele). Dalla Bolognina di Occhetto attraverso il Pd di Veltroni e sino allo smisurato sostegno di Napolitano a Renzi e al suo governo sulle riforme anticostituzionali, passo dopo passo, si è andati verso il baratro. Per non parlare della sinistra ‘radicale’, dalla scelta di Bertinotti di fare il presidente della Camera al sostegno di parte di Sel acritico nelle amministrazioni locali di centro-sinistra (dalla privatizzazione della gestione rifiuti, acqua, gas, trasporti alla duplicazione delle tasse a carico dei cittadini, alla demolizione del welfare e sanità). Non è possibile tornare alla politica di un tempo. Il centrosinistra è morto e sepolto, l’ultimo tentativo civile quanto inutile è stato quello del governo di Enrico Letta, dopo le pugnalate alla schiena inferte a Bersani da più parti (il partito di La Repubblica, i renziani, Napolitano, i parlamentari che non hanno votato Marini e/o Prodi). Sperare nel Pd è privo di qualsiasi ragione e la sinistra PD è ridicola e penosa.
Cari Compagni, ogni speranza è perduta. Ma le persone di sinistra che non vogliono arrendersi ai tempi nuovi, alla sconfitta di classe, hanno ragione perchè non è accettabile il predominio del libero mercato sull’uomo. L’unica speranza è che l’uomo acquisisca la consapevolezza per ribellarsi allo status quo e per iniziare un’altra storia.
Le persone di buona volontà non devono illudersi, il cammino è lunghissimo. Penso che chi ha il coraggio di affrontare questo nuovo mondo deve partire dalla costituzione di liste civiche alle amministrative di primavera, sulla base di programmi che mettano al centro la qualità della vita e della democrazia dal basso, nella consapevolezza che il compito principale di una azione politica che voglia essere qualcosa di meglio che un impadronirsi del potere per soddisfare interessi personali o di gruppo, di lobby, più o meno lecite, è quello di interpretare i nuovi bisogni e i nuovi diritti che i Poteri tendono a mettere ai margini della società.
P.S.: leggi anche Unire le forze progressiste, salvare la Costituzione e battere Renzi
4 commenti
Vero! La tristezza del buio… Purtroppo tutto è perduto… Ma arrendersi mai!.. Ognuno di noi è chiamato ad essere una goccia nell’oceano che alla fine magari tra 10 ..20 anni.. O piu diventerà di nuovo oceano come successo nei cicli della storia dell’uomo! Quindi a mio parere la sfida sarà tenere duro non lasciandosi sopraffare dalla tristezza e mancanza di valori di cui siamo circondati!
cari compagni,non dobbiamo perdere la speranza ,anche se a volte ci si sente avviliti.dobbiamo far prevalere ” l’ottimismo della volonta’ “,come diceva il grande Gramsci e dobbiamo continuare a lottare,aumentando la nostra consapevolezza per capire meglio il mondo in cui viviamo e individuare chi sono i nuovi sfruttatori mascherati da brave persone. .. .Mi viene in mente uno stralcio della poesia di Ignazio Buttitta”,la storia e il tempo”.”Quannu ti pari c’arrivi,si a l’accuminzagna, cumpagnu. nun ti stancari ri scippari spini,ri siminari all’acqua e a lu vientu;la storia nun meti a giugnu,nun vinnigna a settembri,avi na sula stasciuni:”lu tiempu”.per i non siciliani do’ la traduzione:”quando ti sembra che arrivi ,sei solo all’inizio ,compagno,non ti stancare di sradicare piante spinose,di seminare all’acqua e al vento: la storia non miete a giugno,non vendemmia a settembre.ha una sola stagione.”il tempo”
Tsipras ed Iglesiasias non hanno alcunchè in comune. Al contrario appartengono ad opposte tipologie di personaggio politico. Renzi a quella più attuale che usa l’ideologia in maniera strumentale distorcendone il significato. Tsipras ed Iglesias sono al servizio della democrazia e rispondono solo alla volontà popolare che quando prende coscienza del complotto ordito contro l’umanità vuole combattere un battaglia che non sia persa ancor prima di cominciare. Oggi Tsipras è a capo di un governo che subisce l’accordo con i propri creditori ma non smette di denunciarne l’illegittimità sopravvivendo fino al momento in cui anche Iglesias ottiene un successo elettorale che, unitamente al successo delle sinistre in Portogallo, va a rafforzare la battaglia intrapresa da Tsipras contro la politica di austerità dell’Europa. Una battaglia appena iniziata ed evidentemente ancora in corso. La mancata accettazione da parte del popolo greco, interpellato democraticamente da Tsipras, dell’accordo con i propri creditori avrebbe prodotto una reazione da parte degli stati membri che avrebbe portato alla destabilizzazione dello stato di diritto in Grecia ed al declino dell’unica voce autorevole che oggi si erge per contrastare l’usterità.