La carriera spericolata di Stefano Esposito

per Gabriella
Autore originale del testo: Marco Vittone
Fonte: il manifesto
Url fonte: http://ilmanifesto.info/esposito-la-carriera-spericolata-del-fustigatore-di-moncalieri/

L’ex assessore ai trasporti di Roma. Dalle «sparate» contro i No Tav all’attacco di ieri a Marino. I legami imbarazzanti del senatore con un imprenditore imputato nel processo per presunte infiltrazioni mafiose in Piemonte.

di  Marco Vittone, 31 ottobre 2015

Men­tre il sin­daco Igna­zio Marino affon­dava, l’ex asses­sore ai Tra­sporti della capi­tale, il tori­nese Ste­fano Espo­sito, con la con­sueta gra­zia che lo distin­gue, inflig­geva il suo colpo di gra­zia, cin­guet­tando dal suo pro­filo Twit­ter: «Dopo aver letto que­sto arti­colo devo pren­dere atto di aver dato la mia lealtà a un bugiardo. Ver­go­gna». Così, il sena­tore Pd rife­ren­dosi all’indagine nei con­fronti di Marino per la vicenda delle spese effet­tuate con la carta di cre­dito inte­stata al Comune di Roma. L’impegno di Espo­sito, che sognava l’Atac ad alta velo­cità, in giunta a Roma è stato breve, costel­lato da nume­rose gaffe, e improduttivo.

Ma chi è il fusti­ga­tore di Mon­ca­lieri, pan­zer della rete, noto più che altro per la sua difesa a oltranza dell’alta velo­cità Torino-Lione? Classe 1969, è stato, dalla Figc in poi, per buona parte della sua car­riera un uomo di par­tito. Ama defi­nirsi «ragazzo di strada» e nemico dei salotti. Il suo esor­dio in poli­tica, dopo gli anni nei movi­menti stu­den­te­schi, lo fa come por­ta­borse, quando nel 2001, durante la prima giunta Chiam­pa­rino, divenne staf­fi­sta dell’assessore Roberto Tri­ca­rico, l’uomo che – para­dosso della sto­ria — Marino ha voluto quale suo capo di gabi­netto. Il primo inca­rico poli­tico lo ottenne, invece, in Pro­vin­cia nel 2005 come con­si­gliere e capo­gruppo dei Ds. Espo­sito venne eletto alla Camera dei depu­tati nel 2008. Dal 2013 al Senato.

Vel­tro­niano, ber­sa­niano, gio­vane turco, orfi­niano di ten­denza ren­ziana, in Pie­monte si trova spesso in sin­to­nia con il cen­tro­de­stra. Nel 2002 era stati nomi­nato ad della Trm, società dell’inceneritore. Capo­gruppo dei Ds in Pro­vin­cia nel 2004, carica che lasciò nel 2006, anno in cui diventò il pre­si­dente della Seta, con­sor­zio per lo smal­ti­mento della spaz­za­tura. Espo­sito vede da sem­pre con il fumo negli occhi i No Tav, li chiama delin­quenti. Nel 2013 se la prese anche con una 33enne arti­sta toscana, che aveva denun­ciato mole­stie ses­suali da parte delle forze dell’ordine. Ancora fero­ce­mente su Twiut­teer «Parte da Pisa per andare a fare la guerra allo Stato, prende giu­sta­mente, qual­che man­ga­nel­lata e si inventa di essere stata mole­stata #bugia».

Ma sono i legami con alcuni impren­di­tori val­su­sini ad aver­gli creato recenti imba­razzi (sep­pur con­te­nuti da riflet­tori dei media). Per esem­pio, quello con Fer­di­nando Laz­zaro, tito­lare della fal­lita Ital­coge, vit­tima di pre­sunti attac­chi inci­diari attri­buiti ai No Tav — ora impu­tato nel pro­cesso «San Michele», dal nome dell’operazione dei cara­bi­nieri sulle pre­sunte infil­tra­zioni di ’ndran­gheta in Pie­monte.
In un’informativa del Ros dei cara­bi­nieri si legge come Laz­zaro fosse riu­scito a fare «inter­ve­nire in suo favore per­so­na­lità poli­ti­che e qua­dri della com­mit­tente Ltf». Uno di que­sti era Esposito.

I fatti risal­gono al 2012, quando l’inchiesta non era nota. L’informativa riporta come Laz­zaro nella pri­ma­vera di tre anni fa rischiasse di per­dere alcuni subap­palti dato che la Cmc di Ravenna, a cui sono affi­dati i lavori del cuni­colo esplo­ra­tivo di Chio­monte, non voleva affi­darli a una società fal­lita. Con­tattò il diret­tore gene­rale di Ltf Marco Ret­ti­ghieri, il pre­si­dente del Con­sor­zio Val­susa Luigi Massa (ex sena­tore Ds) e il sena­tore Pd Espo­sito. Quest’ultimo avrebbe con­tat­tato il pre­si­dente della Cmc in pre­senza di Laz­zaro, che si lamen­tava della «posi­zione poco indul­gente adot­tata da Cmc nei loro con­fronti» per l’ottenimento del movi­mento terra. La que­stione è emersa in una tele­fo­nata inter­cet­tata tra Laz­zaro e un altro impren­di­tore val­su­sino Clau­dio Mar­tina, e quelle con Luigi Massa. Espo­sito, lo scorso set­tem­bre, aveva repli­cato: «Non ho rice­vuto nes­sun avviso di garan­zia. Se sono inda­gato lo dicano altri­menti chiedo io ai Ros di ren­dere pub­blica una segna­la­zione che feci», rife­ren­dosi a una denun­cia da lui fatta nel 2013.

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Roberta De Santis Grazie per quest’articolo; getta un po’ di luce su un personaggio per me misterioso. Mi sono sempre chiesta perchè l’abbiano nominato qui a Roma: non tanto perchè estraneo alla città (e comunque un po’ di conoscenza del contesto non guasterebbe) ma soprattutto perchè ostentatamente disinteressato al suo ruolo. Come se l’avessero nominato consapevolmente in modo transitorio, per dare una mano a staccare la spina da lì a poco. Un disturbatore professionista che ostenta la sua distanza -a me sembrava disprezzo, per la verità- dalla città che amministra, che si vanta della sua ignoranza. Un cafone strafottente. Un assessore che ogni volta che si rompe la metro scrive i tweet inveendo contro i dirigenti dell’ATAC (perchè non ti organizzi per sostituirli, piuttosto?) o affidandosi a dio o cose del genere. Esattamente l’opposto di quello che cerchi in chi governa un settore importante della tua città. Vedo che ha un pedigree di una certa coerenza e che anche nella sua area di origine non ha mancato di mettersi malamente in mostra, con la sua consueta trucida opacità e finta trasparenza.

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Caterina Amadio Anche noi di torino ci siamo chiesti il perché di questa nomina. La sola risposta è che dia stato messo lì per affossare marino

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