da www.conflittiesteategie.it di Giellegi 14 maggio 2014
Adesso basta con gli “sfoghi” a metà e opportunamente deformati; sembrano la verità, invece ingannano come e più di prima. Allora, dopo anni di raccolta di indizi, parliamo alla Sherlock Holmes! Anche se non v’è Watson.
Adesso i “destri” avanzano i dubbi sulla non neutralità del presdelarep: forse è stato complice di un complotto contro il loro leader. Alcuni sono imbecilli, altri spudorati mentitori come il loro “capo”! Ci si scorda di…. ricordare che Napolitano fu apprezzato da Kissinger e fece un viaggio detto culturale (con la sua ben nota cultura!) negli Usa durante l’“anno di grazia” 1978, uno dei punti culminanti dei contatti intrapresi già a fine anni ’60 da una parte del Pci – detta poi eurocomunista e guida di altri eurocomunisti in Francia, in Spagna, in Grecia (allora sotto i colonnelli appoggiati ufficialmente dagli Usa, che tuttavia tenevano pronte altre carte di riserva, poi utilizzate infatti alla caduta del regime militare) – diretta fin dal 1969 dal vicesegretario del partito (poi segretario dal 1972) e divenuta appunto maggioranza del partito. L’eurocomunismo mostrò la sua vera natura alla caduta del “socialismo reale” (e crollo dell’Urss) e cambiò infine più volte nome (Pds, Ds, Pd). E bisognerà, prima o poi, ricostruire la “vera storia” degli anni ’70 e collocare assai meglio l’“affaire Moro” nel suo contesto più corretto.
Facciamo pure un salto. Nel maggio 2010 Napolitano fece un altro importante viaggio a Washington: http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&frm=1&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0CC4QFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.ambwashingtondc.esteri.it%2FAmbasciata_Washington%2FMenu%2FAmbasciata%2FNews%2F201005_napolitano.htm&ei=2oNzU_flEYeAyAPgwIC4Bg&usg=AFQjCNHtDgNv7bszsUY_59MaJDBBG7N_9Q,
dove incontrò alla Casa Bianca Obama, ecc. ecc. Nel febbraio dello stesso anno fu Fini ad andare negli Usa:
dove incontrò Kerry e Pelosi. Sappiamo che Fini, nel corso di quell’anno, si agitò il più possibile per far cadere Berlusconi. E quasi vi riuscì a fine anno. Il 14 dicembre 2010, Berlusconi si salvò per tre voti:
Roma fu sconvolta da una rabbiosa dimostrazione della “sinistra”, resa sicura da notizie “sicure” secondo cui ormai il premier non aveva più maggioranza.
Ma che cosa credete siano andati a fare negli Usa i due principali “presunti cospiratori” antiberlusconiani? Non lo dico per non incorrere magari nell’“ira funesta” di qualche “pelide Achille” ancora in funzione. Lascio alle persone intelligenti di capirlo da soli. E li lascio capire a che cosa serviva tutto il pedinamento delle feste ad Arcore nello stesso anno, o la foto presa da un fotografo abusivo (dotato di un teleobiettivo che avrebbe potuto essere montato su altro “aggeggio”) in Sardegna: attività mai bloccate dai Servizi e che sono state parte integrante del fuoco di “batteria pesante” che sempre poi prepara gli “attacchi di terra” definitivi.
Vogliamo fare anche un passo indietro? Nell’ottobre 2009 Berlusconi vola da Putin in forma strettamente privata:
In realtà ci fu poi anche Schroeder (presidente del “Northstream”), ma non credo abbia partecipato ai colloqui più riservati. La stizzosa battuta di D’Alema nasconde la preoccupazione che l’“amico” Putin potesse in qualche modo aiutare Berlusconi a salvarsi da ciò che si stava preparando contro di lui, soprattutto in seguito a quanto avvenuto dopo l’incontro dell’agosto 2003 tra l’allora premier italiano e lo stesso Putin (di ritorno da Libia e Algeria). Se ne originarono vari accordi, fra cui quello realizzato con un certo ritardo, a partire dal 2007, per costruire il “Southstream”, creando una società all’inizio proprietà fifty-fifty tra Eni e Gazprom (oggi l’Eni è in pratica fuori da quel progetto). Ricordo che forse (ripeto: forse) quell’accordo ritardato fu uno dei motivi della sostituzione di Mincato con Scaroni alla testa dell’Eni.
Abbiamo così tutti gli elementi per capire la situazione esistente già nel 2009, ma precisatasi l’anno successivo (“bruciando” Fini, prima tappa del percorso) e protrattasi negli anni successivi. E’ probabile che Putin, in quell’ottobre 2009, abbia chiarito a Berlusconi che non poteva fare molto per dargli una mano in un paese così “lontano” e subordinato agli Usa dal 1945, ma ancor più dopo il 1989-91 e il crollo del mondo “bipolare”, in grado di consentire qualche “manovrina” in proprio. Berlusconi si è dovuto rassegnare e, da allora, ha cercato l’accordo con Obama; di cui momento rilevante fu la ben nota pantomima a Deauville:
Da allora si è messo in moto – dopo “opportuna” aggressione alla Libia e “primavere arabe” cui inneggiò l’immonda “sinistra” d’ogni paese europeo – il presunto complotto contro Berlusconi, bene a conoscenza di tutte le manovre e succube connivente. La sua “destra” dice dopo due anni che tutto il can-can sulla crisi di Borsa e lo spread (con la Germania) era una enorme montatura, una colossale balla cui infami economisti (che, tra tutti i “tecnici”, sono i più ignobili servi del potere) prestarono pure la loro abissale ignoranza e malafede. E così Napolitano, “alleato” degli Usa, nominò senatore a vita Monti e poi gli assegnò il governo in via extraparlamentare. Costui non fece nulla perché non doveva fare nulla, salvo aumentare l’immissione di acqua di fogna nella società italiana onde farla diventare un acquitrino maleodorante.
Monti si dimise nel dicembre 2012 e restò in carica per i soliti “affari di ordinaria amministrazione”. Nel febbraio 2013 si svolsero le elezioni. Berlusconi, logoratosi per la nascosta complicità già sopra indicata, rischiò grosso. E ciò non era utile per lui, ma nemmeno per i suoi avversari; cosa saprebbero fare senza di lui contro cui inveire? L’ex cavaliere s’impegnò nell’ultimo mese prima delle elezioni e ridusse la sconfitta ai termini voluti da tutti: di “sinistra” come di “destra”, malgrado il solito inveire per la platea costituita da masse di ignari con alla testa il ben noto “ceto medio semicolto di sinistra” e quello “tutto-ignorante di destra” (i berlusconiani, sia chiaro). Non si riuscì però a nominare uno straccio di governo con simile ceto politico di mentecatti. Altri due mesi di “ordinaria amministrazione”, la solita “commedia all’italiana” (non però divertente come “I soliti ignoti”) e rielezione dell’“alleato” degli Usa alla presidenza della Repubblica, con studiata “bruciatura” di Marini e Prodi (strumenti non credo inconsapevoli) tanto per far credere che non c’era altra soluzione se non sovvertire il “pilastro dell’antifascismo”, la meravigliosa e quasi divina Costituzione italiana. E così, meraviglia delle meraviglie, il 28 aprile dal cilindro del prestigiatore salta fuori il “coniglio” Letta.
Altre attese, altri tormenti per questo paese da operetta (non però quelle di Lehar!). E Berlusconi – sempre “perseguitato” per non perdere l’appoggio dei “semicolti di sinistra”, con in testa i soliti di “Micromega” o certi ex buffoni misterici o scrittori in dialetto “siculo” (artefatto) o grandi storici di arte e letteratura nonché romanzieri da “un tanto al pixel” – sempre in discreto appoggio al ri-presdelarep, con studiate uscite; talvolta un po’ critiche poiché pure lui non deve perdere troppi consensi tra quegli altri sciocchi di “destra”. Questo governo, ancor più di quello di Monti, fu di “transizione”. L’hanno tirata per le lunghe, ma non potevano andare più oltre. Così hanno infine tentato la carta già “in nuce” dal 2010: cercare di mettere da parte i “sinistri ex piciisti” per fare posto ad altri personaggi. Magari conquistandosi l’appoggio del bombardatore della Serbia (al seguito di Clinton), facendogli sventolare sotto il naso l’acciughina(ona) della presidenza della Repubblica.
Siamo così all’ultimo atto per il momento: il governo Renzi, che si regge su di una scissione del “centro-destra”, ma soprattutto sul benevolo atteggiamento berlusconiano, tutto studiato tra votazioni a favore o astensioni al Senato per non farlo cadere e “pensosi” rilievi critici per restare elettoralmente in sella alle europee. E naturalmente con il condimento della terribile persecuzione dell’ex cavaliere, che accetta “stoicamente” il suo calvario (chissà: forse tutti noi vorremmo provarlo) per farlo passare un po’ da martire (non è proprio uno di quelli di “Belfiore”, ma un popolo di mentecatti com’è ormai quello italiano si deve pur accontentare di questa minestra nemmeno riscaldata).
Interessante poi quello che si sta svolgendo in questi giorni con continue rivelazioni (solo mezze vere per salvare sempre gli Usa) sui presunti complotti a danno dell’ex cavaliere, che invece sapeva benissimo quale parte dovesse ormai recitare a partire dall’inutile incontro con Putin nel 2009. Ho già fornito l’ipotesi relativa ai reali motivi di queste rivelazioni: dare una mano ad un Berlusconi, molto deludente ormai anche per i suoi fan, onde non farlo precipitare alle elezioni europee, indebolendo così il suo ruolo pro-Renzi (voluto dall’Amministrazione Obama), sia pure con i necessari “scatti d’umore” (apparenti) dovuti ai motivi appena sopra esposti.
Sarà invece da capire molto meglio questa strana, e impropria, strategia del caos (del vero pantano, delle sabbie mobili in cui affondano pure gli alleati europei) applicata negli ultimi anni. Soprattutto, dovremo afferrare gli scopi e gli effetti di simile politica nei confronti dell’Italia. Credo che alcune tematiche andranno meglio chiarendosi dopo le europee, ormai molto vicine. Attendiamo e sottoponiamo a stretta osservazione il processo in corso, con la sua evoluzione certo abbastanza sorprendente e a volte poco chiara. In ogni caso, stanno riducendo il nostro paese al lumicino, lo stanno spianando e poi inondando per renderlo, appunto, un pantano. Chi deve affondare nel fango? E di quali operazioni statunitensi deve diventare base di partenza una simile melma? Massima attenzione al problema.