Fonte: politicaPrima
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di Giangiuseppe Gattuso – 24 agosto 2015
Per la seconda volta sul Corriere della Sera, sabato 22 agosto 2015, una pagina a pagamento a sostegno del Presidente del Consiglio.
La prima volta mercoledì 9 ottobre 2014, dieci mesi fa. E prima di allora,come ho scritto il 10 ottobre dello scorso anno, mai nessuno si era sognato di farlo. Segnali di cambiamenti. Ed effettivamente, dalleelezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, quando il PD di Bersani si fermò sull’orlo della vittoria, tante cose sono cambiate e talune sembrano preistoria. Il risultato elettorale allora certificò un sostanziale pareggio tra la coalizione guidata dal Pd, il Centro Destra di Berlusconi con la Lega e la novità assoluta e sorprendente del Movimento 5 Stelle. Acqua passata. A quel tempo il sindaco di Firenze era ancora il rottamatore per antonomasia. Ma andiamo avanti.
I 209 “sostenitori”, a ottobre erano 108, sono tutti rappresentanti della società ‘produttiva’, gente sconosciuta ai più, e noti personaggi come Chicco Testa. Uno degli uomini di punta del renzismo. Manager e politico, deputato nel 1987 e nel 1992 con il Pci, Pds. Fondatore di Legambiente, è stato presidente dell’Enel, ha combattuto la battaglia referendaria contro il nucleare nel 1987 diventandone, invece, un sostenitore nel 2008. Insomma un perfetto rappresentante della classe dirigente italiana.
140 euro ciascuno a passaparola. Un “gruppo di scopo” per sottolineare agli italiani che lo avessero dimenticato le cose già fatte da questo governo e per spingerlo a fare di più, proseguendo nella giusta direzione intrapresa. E, secondo Chicco Testa, “arrestare questo processo rappresenterebbe un danno enorme per l’ Italia”. Insomma, c’è il desiderio di “un’Italia più ordinata e finalmente libera dai tanti lacci e lacciuoli che da decenni la tengono imprigionata”.
Un’iniziativa di chi ha nel proprio DNA la voglia di “fare”, a conferma delle tesi di Renzi sul “Basta piangersi addosso, basta lamentazioni, rimbocchiamoci le maniche”. Nella recente polemica con Roberto Saviano e il suo allarme per la mai risolta “Questione Meridionale”. Uno sprone che arriva nel momento di massimo bisogno, quando dai dati dei sondaggi arrivano segnali preoccupanti e l’indice di gradimento del “Fiorentino” è in costante calo.
Nella lettera dei ‘Sostenitori’ pubblicata sul Corriere c’è tutto. Gli immancabili 80 euro, lo sblocca Italia, la legge sull’autoriciclaggio, la Riforma della Pubblica Amministrazione. E poi la Buona Scuola, la legge elettorale, e il nuovo Senato. Ma una particolare attenzione viene dedicata al coraggio “di un uomo politico italiano e la sua volontà di cambiare davvero le cose in questo Paese, nonostante quotidiani tentativi di fermarlo e condizionarlo in ogni maniera”.
“Da semplici cittadini interessati alle sorti del Paese, non mossi da interessi da difendere, né sostenitori di alcuna posizione politica” concludono la lettera con un APPELLO: – al Governo Renzi e ai parlamentari della maggioranza per sostenerlo ad andare avanti con decisione, correggendo ove necessario gli errori fatti, ma opponendosi con determinazione ai professionisti del no, che rallentano il necessario rinnovamento della società; – e ai cittadini interessati alle sorti del Paese che condividono le posizioni espresse a manifestarsi pubblicamente (con lettere al giornale, interventi sui blog o altro) improntando la propria condotta a quegli standard di chiarezza e trasparenza che si esigono ai governanti.
Come nell’ottobre del 2014, non condanno l’iniziativa. Un modo come un altro per esprimere il proprio pensiero e manifestare condivisione nei confronti di chi si ritiene stia portando avanti un’azione politica per il bene collettivo e rappresenta una preziosa opportunità. Ovviamente si tratta di una forma originale e anche costosa, ma, considerato l’ambito sociale dei “Sostenitori”, facilmente alla portata.
Resto sorpreso, semmai, per il notevole entusiasmo e la fede riposta.
Matteo Renzi ha veramente bisogno di questo? L’iniziativa porterà qualche vantaggio al Paese? Il Parlamento e i cittadini saranno sensibili all’appello? Non è dato sapere e mai avremo la controprova.
Non c’è dubbio però che qualche discrasia tra il già fatto e il “fare” di questo Governo e la realtà ci sia. Se è vero com’è vero che molti indicatori economici non sono affatto confortanti. Come riportato in un precedente articolo (clicca per leggere) le condizioni del Sud Italia sono sempre più preoccupanti, e le previsioni del Fondo Monetario Internazionale sul futuro dei livelli occupazionali fanno rabbrividire.
Insomma, appello o non appello, la situazione è quella che è. Alla ripresa autunnale c’è da varare la riforma costituzionale, il nuovo Senato e l’abolizione del bicameralismo perfetto. E poi la tanto annunciata riduzione delle tasse, e poi altro ancora.
Va bene così? Non lo so. Ho forti dubbi e tifo, però, per il bene del Paese. Ma, considerate le tesi sempre sostenute da Renzi stesso sulla sua ascesa al governo, la voglia di riforme costituzionali che cambieranno l’assetto e gli equilibri istituzionali, credo sarebbe stato meglio, subito dopo le politiche del 2013, approvare immediatamente una nuova legge elettorale e andare al voto. Al di la delle pelose preoccupazioni, come dimostra anche la Grecia, le elezioni non hanno fatto mai male a nessuno. Eleggere parallelamente una piccola nuova “costituente” per le necessarie modifiche costituzionali. E lasciare, invece, al Governo il compito di “governare” e al Parlamento quello di legiferare. Ma ormai il tempo è passato. Il 2018, anche se non sembra, è all’orizzonte e solo allora potremo tirare le somme.