Quando il troppo stroppia

per Lina Lombardo

asino morto

Noi siamo nella condizione del povero asino dell’aneddoto. Pochi ricchissimi continuano ad arricchirsi sulla povertà crescente di molti. I molti che pagano debiti non contratti da loro con lavori precari mal pagati, con la mancanza di lavoro, con imposte ingiuste….

Un contadino possedeva un asino che faceva lavorare nei campi.
A sera lo cibava con due bei sacchi di avena che l’asino mostrava di gradire molto perché l’indomani lavorava sempre con lena. Finché un giorno il contadino che nel frattempo si era arricchito, grazie pure al lavoro del suo asino, preso dall’ingordigia, pensò bene di trovare un modo di risparmiare per diventare ancora più ricco. E il modo più semplice che trovò fu quello di abituare l’asino a mangiare di meno. In fondo, pensò, due sacchi di avena erano veramente troppo. L’asino era forte e robusto e poteva, senza danno per il suo lavoro, mangiare meno. Così la sera invece di due sacchi d’avena ne diede all’asino un sacco e mezzo. L’asino lo mangiò ma mostrava di non essere sazio, allora il contadino gli mise accanto un secchio colmo d’acqua, l’asino bevve e si addormentò.

L’indomani al solito lavorò con lena tutto il giorno. Il contadino si sfregò le mani e si congratulò con se stesso: aveva trovato il sistema di aumentare la sua ricchezza. Calcolò che una settimana sarebbe stata sufficiente ad abituare l’asino alla nuova razione. Passato questo tempo diede all’asino un sacco di avena. L’asino lo mangiò e poiché aveva ancora fame si mise a ragliare disperato. Il contadino allora gli portò due secchi colmi di acqua. L’asino bevve e si addormentò. L’indomani lavorò al solito di buona lena. Il contadino era soddisfatto, aveva trovato veramente la ricetta per risparmiare. La settimana successiva alla sera diede all’asino mezzo sacco di avena. L’asino lo mangiò e poiché aveva ancora fame si mise a ragliare ma stavolta debolmente. Il contadino allora gli portò tre secchi colmi di acqua. L’asino bevve e si addormentò.

L’indomani lavorò ma mostrava di essere un po’ stanco. Il contadino pensò che potesse essere il caldo e lo portò all’abbeveratoio vicino. L’asino bevve ma non più di tanto. Passata la settimana alla sera il contadino gli portò la metà della metà del sacco di avena della settimana precedente e quattro bei secchi d’acqua. L’asino non la mangiò neppure tutta, bevve un po’ d’acqua e si addormentò. Il contadino era esultante. Il suo asino, grazie a lui, si era abituato quasi a non mangiare. Fra poco avrebbe risparmiato tutta l’avena.

L’indomani, come al solito,andò nella stalla per portare l’asino nei campi e vide che l’asino era ancora disteso sul pagliericcio. Si avvicinò pensando che avrebbe usato la frusta se l’asino avesse ancora tardato ad alzarsi. Ma la sua sorpresa fu grande nel constatare che l’asino era morto. Sconsolato imprecò contro la cattiva sorte che l’aveva privato del suo asino che, con la sua ricetta, si era abituato finalmente a non mangiare.

L.L.

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