di Alfredo Morganti 12 maggio 2015
Non so se avete letto le lezioni di internet impartite recentemente dalle pagine del blog ilsensodismillaperlarete. Be’ se non lo avete fatto non vi siete persi niente. A me è parsa una sorta di espressione culturale di regime, nulla più. Ma significativa, questo è vero, per come l’autore si riferisce agli insegnanti che protestano, per il senso di distacco schifiltoso che trapela verso di loro in quel post, per la critica paternalistica che viene compiuta all’idea di fare un ‘flash mob’ sulla pagina facebook di Renzi. Cari insegnanti, vi si legge, se “non volete essere valutati da nessuno e volete il posto fisso e sicuro, vi capiamo”. Ecco, il tono è questo, da destra piccolo borghese. Legittimo, per carità, ma retrò.
Che cosa si rimprovera agli insegnanti? Che andare a inondare le bacheche degli altri è fare il loro gioco, significa dargli forza. Solo chi non conosce facebook e la rete, si dice nel post, potrebbe fare una mossa così sbagliata. Tant’è che Matteo potrebbe quasi ringraziare questi insegnanti improvvidi. Ciò detto, siamo sicuri che le cose stanno così? Certo la protervia induce a vedere i critici e gli oppositori sotto la specie di ignoranti avulsi dalla modernità, ma un po’ più di lucidità (ossia inquadrare la questione sotto forma politica non di social network) avrebbe indotto ad altre considerazioni, semplicissime peraltro.
Immaginiamo un leader con un ego immenso, un po’ arrogante, paraculo per sua ammissione, che ritiene il consenso l’unico propulsore della sua carriera politica e i nuovi media l’unico canale vero di comunicazione sociale. Immaginiamo questo leader che legge una valanga di commenti negativi sotto la propria bacheca, e immaginiamo molti suo fans che scoprono tutti assieme anche la debolezza e la solitudine del loro Capo, circondato da critiche molto accese dopo una luna di miele che sembrava infinita. Mettiamoci sondaggi che non vanno proprio benissimo e pure elezioni regionali a rischio astensionismo. Mettiamoci anche una scissione silenziosa che dilapida, comunque, risorse di partito e produce nuovi avversari. Be’, scorgere d’un botto manifestazioni di dissenso, cortei di protesta, opinione pubblica discorde, commenti avvelenati, di certo non aiuta quel leader a essere lucido e determinato. Lo getta anche in un certo sconforto psicologico, che deve essere nascosto al popolo, ovvio, ma che c’è.
Ecco, se invece di buttarla sempre in comunicazione, questi comunicatori di regime la buttassero anche in politica, forse ne capirebbero qualcosa di più. E sarebbero un po’ più preoccupati nella loro protervia. Forse temerebbero un po’ più il parere di chi sfila in un corteo o commenta negativamente un post del Giovane Leader, anche se risultasse essere poco esperto di internet. Ecco, se costoro fossero un po’ meno conformisti, se avessero il coraggio, la gioia persino di aprire la mente a eventi considerati opposti alla loro personale grazia di dio, magari avrebbero un maggiore discernimento del mondo attorno. Ma, ovviamente, non hanno alcun interesse a discernere e sono già abbastanza pieni di sé per chiedere altro alla vita. Anche perché il conformismo endemico non muore mai e si applica sempre al Capo di turno, e dunque sarebbe sciocco per costoro non continuare a farlo. Perciò partono le paternali agli insegnanti. Solo per questo. Altro che lezioni di internet.
PS Ah, se quel flash mob merita un commento e una critica così severi, vuol dire che ha ottenuto l’effetto voluto, ossia che se ne parlasse, provocando magari disappunto. Fatto!