Fonte: facebook
di Alfredo Morganti – 14 marzo 2015
Oggi sul ‘Manifesto’ Marco Marzano in una frase racconta la novità di Papa Francesco rispetto al recente passato della Chiesa: “Francesco ha compreso che una fascinazione immensamente più grande di quella che proviene dal genitore severo che attende sull’uscio il ritorno dell’errante può derivare dal padre misericordioso che si metta alla ricerca della pecorella smarrita e che, una volta ritrovata, la abbraccia, la comprende, la perdona. E soprattutto non lo giudica”. Con Francesco, insomma, la Chiesa oggi si muove, apre porte e finestre e si lancia verso le periferie del mondo e dell’anima alla ricerca del dolore e del disagio. Come farebbe un padre che non rigetta la propria autorevolezza, ma la mette in gioco, la offre, la disperde per il mondo al di fuori, ponendola a disposizione dei figli alle prese con le sofferenze e il distacco. È un’immagine grandiosa e insieme umile, come sempre dovrebbe essere.
Ponetela a contatto, adesso, con le vicende del mondo ‘laico’. In ogni luogo assistiamo a un potere che, pure sgretolato e sempre più inefficace, tenta costantemente di ‘verticalizzarsi’, di personalizzarsi, di individualizzarsi, di chiudersi nelle proprie stanze segrete, offrendo agli uomini soltanto la propria immagine mediatica. Un potere ricurvo su di sé, pronto solo a comunicare. Che scambia questa sua ‘rappresentazione’ digitale e linguistica per la rappresentanza effettiva. La parole, le storie, le icone per il corpo vero. Che potenzia le figure apicali e dimidia i consessi rappresentativi. Che svuota la partecipazione riducendola ad auditel, a retweet, a condivisioni cieche di un post scritto da qualche ufficio stampa. Ecco, facciamolo questo confronto. Mettiamo accanto il potere misericordioso che si diffonde, quasi si consuma nel mondo alla ricerca del dolore da ‘salvare’, con il potere personale che invece si ‘rinserra’ nel proprio punto di comando e induce a ritenere che ‘personalizzando’ possa risolversi la complessità di un mondo multiforme e pulviscolare. Da una parte, come dice Marzano, non si giudica, ma dall’altra (la ‘buona scuola’, per fare un recente esempio), come scrive Roberto Ciccatelli in altra parte del ‘Manifesto’ di oggi, talune “argomentazioni ricorrenti nella pedagogia neoliberista nascondo il rafforzamento autoritario della figure apicali, oltre che della valutazione poliziesca degli insegnanti”.
La misericordia, dunque, va alla ricerca del dolore, e non lo fa per giudicare ma per accogliere; il potere laico (ma sul versante neoliberista) al contrario si verticalizza, si personalizza, si reincarna in una ‘figura’ asserragliata nel proprio sito, potenziando nello stesso tempo la propria capacità di ‘valutazione’. Sono due schemi antitetici di azione e di giudizio, proposti oggi da due poteri che interpretano all’opposto il ‘che fare’ di questi tempi incerti, difficili, capaci di disorientare e far dubitare, ecco il paradosso, persino un Papa con questa tempra morale, ma che più volte ha paventato la possibilità di un pontificato breve, che più volte ha chiesto di pregare per la sua vita e il suo futuro. Tempi incerti, invece, che il potere laico accoglie con sfacciato ottimismo, prodigando formule di salvezza, assicurando tempi lunghi per la propria permanenza nonché annunci salvifici e ricette semplificatrici (delle forme del potere, delle soluzioni politiche, rispetto alle pur evidenti complessità) che lasciano sempre più stupefatti e, soprattutto, inquieti per il presente, prima ancora che per il futuro.