Come Tsipras tiene aperta la partita

per Gabriella
Autore originale del testo: Gabriele Pastrello
Fonte: Il Manifesto
Url fonte: http://ilmanifesto.info/come-tsipras-tiene-aperta-la-partita/

di Gabriele Pastrello,

 Con­fesso che la let­tura del duris­simo comu­ni­cato dell’Eurogruppo della sera del 20. era stata scon­for­tante. La sosti­tu­zione della Tro­jka con le “Isti­tu­zioni” non sem­brava cru­ciale; né che a fare le pro­po­ste di riforme dovesse essere la Gre­cia invece dell’Eurogruppo; anche per­ché le con­se­guenze sareb­bero state valu­tate secondo i prin­cipi “euro­pei” su ciò che fosse o no ‘ade­guato’ per la sta­bi­lità finan­zia­ria, o per l’equilibrio fiscale greco. Ma la let­tera del 23 suo­nava tutt’altra musica.

È vero, non vi era trac­cia delle dichia­ra­zioni, molto dure e decise, pre– e post-elettorali. Ma non vi era nep­pure trac­cia di quella resa che le cro­na­che ser­vili della nostra stampa aveva annun­ciato trionfalmente.

La riti­rata sulle pri­va­tiz­za­zioni già decise era com­pen­sata con una riserva su quelle da deci­dere, sul mer­cato del lavoro veniva chia­mata in causa l’Ilo, certo non com­pia­cente con la linea euro­pea, e l’aver fatto pas­sare le misure anti-austerità come misure “uma­ni­ta­rie” ne ren­deva più dif­fi­cile l’attacco; per di più di dimen­sioni tutte nel vago, lasciando aperta la pos­si­bi­lità dell’utilizzo del sur­plus di bilan­cio greco, in pre­senza di un benign neglect della Bce.

E quindi lo stu­pore della rapida appro­va­zione dell’Eurogruppo il 24; senza pro­lun­gare il con­ten­zioso fino alla vigi­lia della sca­denza del pro­gramma di aiuto, il 28. La Ger­ma­nia aveva rifiu­tato la let­tera greca dell’11 per­ché vaga. Ma delle dichia­ra­zione espli­cite richie­ste dalla Ger­ma­nia non c’era trac­cia nella let­tera del 23. Ciò era con­fer­mato poi dalla Lagarde e da Dra­ghi: buon punto di par­tenza per trat­ta­tive di qui ad aprile. Men­tre la prima rea­zione di Schäu­ble era tutt’altro che acco­mo­dante e invo­cava il fucile pun­tato nella suc­ces­siva trattativa.

Per­ché alla fin fine la sosti­tu­zione della Tro­jka con le Isti­tu­zioni ha un senso. Un conto è avere a che fare con un gruppo di fun­zio­nari il cui man­dato è già stato deciso. Diverso invece con­fron­tarsi con tre isti­tu­zioni: una poli­tica, l’Eurogruppo, e due “tec­ni­che”, Fmi e Bce che, infatti, si sono ade­guate, con le dovute riserve, alla deci­sione poli­tica. Un conto è che la deci­sione sia presa in Europa, e comu­ni­cata alla Gre­cia, un conto è che venga presa tra tutti i paesi, insieme alla Gre­cia. E infatti, per la prima volta dall’inizio della linea dell’austerità si sono aperte incri­na­ture tra vari paesi e la Ger­ma­nia, e tra l’Spd (muta come una tomba finora) e la Mer­kel. Incri­na­ture; ma si sono aperte.

Inol­tre anche il rove­scia­mento dell’onere della pro­po­sta non è irri­le­vante. Signi­fica il rove­scia­mento dell’onere del rifiuto. Un conto è se l’Eurogruppo fa pro­po­ste che la Gre­cia deve rifiu­tare. Hai un bel aver detto fino a ieri che sei deciso ad andare al default. Adesso lo devi deci­dere tu. Sapendo che apri una crisi ver­ti­cale per l’euro e l’Europa, ma anche che fai rischiare al tuo paese un ulte­riore peg­gio­ra­mento — per l’immediato; il miglio­ra­mento, poi — di una situa­zione già disastrata.

Certo, Ger­ma­nia e acco­liti dicono che default e Gre­xit si pos­sono fare: #euro­pa­stai­se­rena; con l’assenso di eco­no­mi­sti tede­schi e non, anche a sini­stra. Ci pos­siamo aspet­tare che altri governi euro­pei accet­tino leg­ger­mente la peri­co­losa osti­na­zione tede­sca? O piut­to­sto che cer­chino di rin­viare? Ma rin­viare signi­fica tempo per il governo elle­nico. La Gre­cia ha biso­gno di tempo. E un rin­vio della deci­sione glie lo può dare.

La par­tita è duris­sima, Tsi­pras non l’ha vinta, ma non ha perso que­sta bat­ta­glia, e non ancora la par­tita; quan­to­meno fino ad aprile. Que­sto è quello che conta, adesso.

E chi pre­tende da Tsi­pras mag­gior sin­ce­rità dovrebbe essere più chiaro. Ad esem­pio il poli­to­logo Sta­tis Kou­ve­la­this scrive: «La stra­te­gia nego­ziale ha fallito… Syriza… deve com­piere lo sforzo di avviare un’analisi appro­fon­dita della situa­zione». Ma c’è una e una sola con­se­guenza del rifiuto dell’accordo: default subito. E quindi, chi pensa che l’accordo sia una resa, defi­ni­tiva ancor­ché masche­rata, deve dire al popolo greco: non ci resta altro che denun­ciare l’accordo e affron­tare il default, qui e adesso. E va detto in greco, non in sinistrese.

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