Fonte: PoliticaPrima
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di Giangiuseppe Gattuso – 28 febbraio 2015
Ė un piacere leggere la pagina ufficiale di Matteo Renzi su Facebook. Un diario dettagliato della strepitosa e coraggiosa avventura che gli è capitata, e ha fortemente voluto. Il giovane Fiorentino ci ha abituati alla sua continua instancabile corsa. Alle tappe forzate ai sempre nuovi e avanzati traguardi. Ai tweet su ogni iniziativa e opinione che riesce a tradurre in soli 140 caratteri, spesso anche meno, e ai post su Facebook, appunto.
Una novità per il panorama politico degli ultimi decenni che non ha precedenti. L’utilizzo dei nuovi media e dei Social network ė enorme, e a 360 gradi. Ma la presenza non si ferma a questo, le televisioni, le radio, e la carta stampata vengono utilizzati sapientemente senza lasciare alcuno spazio scoperto. La “comunicazione” ha il sopravvento persino sui reali contenuti e sui risultati ottenuti. E gli effetti sono evidenti. Il suo indice di gradimento ė sempre consistente, pur con il calo naturale per chiunque al governo, dopo il periodo dell’innamoramento iniziale.
Il post di venerdì 27 raccoglie l’intero armamentario del Renzi-pensiero. Dallo spread sotto i 100 punti, mai cosi in basso da maggio del 2010, agli effetti del Jobs Act che ha già fatto ripartire le assunzioni, mille, alla FCA (la gloriosa Fiat) di Melfi. E poi l’indice Istat sulla fiducia delle imprese che raggiunge il valore più alto da gennaio 2011 e quello dei consumatori addirittura da giugno 2002. Ma anche le riforme che vincono l’ostruzionismo dei cattivi rematori. Piccoli segnali, continua ancora Renzi, ma importanti, come i mutui. E poi al lavoro per la scuola, il fisco, i diritti, il terzo settore, la RAI, l’ambiente e il progetto per la banda ultra larga. Insomma – dice Renzi – “abbiamo una grande responsabilità, dobbiamo coltivare questa fiducia e prendercene cura”. La frase più significativa ė, però, rappresentata da un’immagine plastica: “Abbiamo preso l’Italia per mano e la portiamo fuori dalla palude, nessuno si senta escluso”. Quasi una poesia.
Insomma tutto bello. Ottimismo a palate. Speranza e certezza per un imminente forte rilancio dell’economia del Paese, per un recupero delle povertà, per il lavoro dei giovani e di quelli che lo hanno perso.
Purtroppo, però, le cose non stanno proprio così. I dati sono tutt’altro che positivi, la povertà è diventata la vera emergenza del Paese, così come le disuguaglianze e la disoccupazione e potremmo continuare. Per fare un esempio, mi sfuggono le attuali positività riguardo ai mutui di cui parla. A sentire un giovane lavoratore a tempo indeterminato che vuole prendere casa, i fatti stanno in maniera molto diversa. Per un mutuo da 100.000 euro le banche impongono l’ipoteca sull’immobile, una polizza assicurativa obbligatoria, i genitori garanti e pure l’ipoteca sulla loro casa. Praticamente una copertura a garanzia per un valore quasi triplo. “Da non credere ma è cosi, e se qualcuno conosce Renzi glielo racconti!” (esperienza e parole del nostro amico Giuseppe Arena).
In buona sostanza, dice qualcuno, abituati al “niente” degli anni passati, quello che sta facendo Renzi ci fa girare la testa, e non è una questione di ottimismo, bisogna crederci e lui ci crede. E allora aspettiamo gli altri risultati e valuteremo tutto nel 2018.
E, aggiungo io, aspettiamo la fine dell’altra legislatura nel 2023. Quando avrà completato la sua opera al governo del Paese. Ma basteranno, a portare l’Italia fuori dalla palude, il suo prorompente ottimismo, i suoi metodi spicci, la tendenza a fagocitare gli avversari, l’idea di un partito a sua immagine? Non lo so, e ho qualche preoccupazione. Spero combini qualcosa di buono, a cominciare dalle difficoltà dei nostri giovani. Intanto, si salvi chi può.