Sinistre, perseverare oramai è più che diabolico

per Gabriella
Autore originale del testo: Fulvia Bandoli
Fonte: Il Manifesto
Url fonte: http://ilmanifesto.info/sinistre-perseverare-oramai-e-piu-che-diabolico/

di Fulvia Bandoli,

Mi rife­ri­sco alla Sini­stra poli­tica che in Ita­lia dice di non rico­no­scersi nel Pd e soprat­tutto nelle poli­ti­che del governo Renzi. Al ceto poli­tico che dirige ora­mai da decenni pez­zetti di Sini­stra che non rie­scono a cre­scere, e anche a coloro che con la Lista Tsi­pras alle euro­pee ave­vano ali­men­tato spe­ranze poi disat­tese per la solita fretta di andare sem­pre e comun­que a con­tarsi in qual­siasi ele­zione. Lascio fuori la sini­stra sociale, anche se il ter­mine è impro­prio, che com­prende migliaia (anzi forse diversi milioni) di per­sone che spesso non vanno più a votare ma che si impe­gnano nei comi­tati spon­ta­nei che di volta in volta cer­cano di ani­mare bat­ta­glie signi­fi­ca­tive in vari ter­ri­tori o che come la Fiom e altri sin­da­cati resi­stono alle scelte neo­li­be­ri­ste di que­sto governo e che restano uno dei pochi rife­ri­menti almeno per me.

Le pagine che que­ste pic­cole e dila­niate sini­stre poli­ti­che hanno scritto in que­sti anni sono piene di ombre e segnate, almeno per quel che riguarda Sel, da una per­du­rante man­canza di auto­no­mia di ela­bo­ra­zione dal Pd e dalla inca­pa­cità di pen­sare e costruire buone pra­ti­che poli­ti­che e par­te­ci­pa­tive di base come hanno fatto nei loro paesi, per anni, sia Siryza sia Podemos.

Le pri­ma­rie e poi le ele­zioni regio­nali svol­tesi in Cala­bria, Puglia, Emi­lia, l’hanno pla­sti­ca­mente dimo­strato e le pri­ma­rie liguri dram­ma­ti­ca­mente ricon­fer­mato. Il Pd accetta l’appoggio del Ccd in Puglia e quello del Ncd in Ligu­ria ma Sel non trova il modo di sgan­ciarsi in tempo nep­pure di fronte a deci­sioni cosi gravi e resta impi­gliata in pri­ma­rie ambi­gue e in una linea poli­tica che la porta a stare sem­pre e comun­que con il Pd e i suoi sem­pre più discu­ti­bili alleati.

La lista Tsi­pras ita­liana, ancora invi­si­bile social­mente e nata per le euro­pee, si tra­sforma subito anch’essa in varie realtà in comi­tati elet­to­rali che costrui­scono liste cosid­dette alter­na­tive con nes­suna forza poli­tica e ine­si­stenti legami sociali.
L’esperienza delle sini­stre in Gre­cia e Spa­gna non inse­gna nulla e con­ti­nuiamo con pra­ti­che poli­ti­che inef­fi­caci e a volte per­sino con­so­cia­tive. Io non ho ricette magi­che ma solo opi­nioni per­so­nali che fino a due anni fa ho cer­cato di por­tare avanti den­tro Sel, sem­pre scon­tran­domi con una mura­glia di certezze.

Sel si appre­sta a dar vita alla sua Con­fe­renza pro­gram­ma­tica che ha voluto chia­mare Human fac­tor, fat­tore umano, che poi credo voglia dire prima le per­sone e i loro pro­blemi, se non sbaglio.

Ebbene io mi chiedo il fat­tore umano, le per­sone, in tutti que­sti anni e in alcune delle regioni che ho citato erano le popo­la­zioni ter­re­mo­tate e allu­vio­nate, alle quali non veni­vano date rispo­ste da Giunte di cui noi era­vamo parte. Forse dove­vamo uscire da quelle Giunte, fare una seria auto­cri­tica, e per­cor­rere le strade di quei Paesi con ini­zia­tive di soli­da­rietà e mutuo soc­corso, peda­lare per anni dando prova di cer­care legami sociali reali. E lo stesso andava fatto in tutta Ita­lia con i gio­vani pre­cari, con coloro che per­de­vano il lavoro, con gli eso­dati, con i comi­tati della terra dei fuo­chi, con i pic­coli arti­giani sof­fo­cati dalla man­canza di cre­dito. Aprendo anche da noi un con­flitto vero e chiaro con i vari governi (dal 2008 ad oggi) che altro non hanno fatto se non asse­con­dare poli­ti­che deva­stanti det­tate dalle sedi euro­pee che coman­dano. Un’altra Europa passa attra­verso la ricon­trat­ta­zione radi­cale del debito, ora­mai non lo dice solo Siryza ma lo scri­vono illu­stri eco­no­mi­sti e dun­que su que­sto punto si gioca una bel pezzo di iden­tità per una Sini­stra che voglia essere auto­noma. E passa anche e sem­pre di più da poli­ti­che diverse verso l’immigrazione, che con­tra­stino il raz­zi­smo cre­scente delle destre, ma non rece­dano dal prin­ci­pio di acco­glienza. Siamo noi che dob­biamo pro­porre una nuova poli­tica estera dell’Europa non i governi che l’hanno fatta fino ad ora con tutte le con­trad­di­zioni, i colo­nia­li­smi di ritorno, gli accordi eco­no­mici sospetti.

Splen­dido ed enorme il popolo che si è rac­colto dome­nica scorsa a Parigi ma nella prima fila di quel cor­teo c’era vera­mente di tutto e molti erano i rap­pre­sen­tanti di governi che una Europa dei popoli non la vogliono affatto costruire.
Abbiamo tutti letto pro­prio sul mani­fe­sto come fanno poli­tica quo­ti­dia­na­mente Siryza e Pode­mos che non si muo­vono come par­titi tra­di­zio­nali ma piut­to­sto come orga­niz­za­zioni sociali assai vicine ai pro­blemi quo­ti­diani delle per­sone che incon­trano. Men­tre loro que­sto face­vano e con que­sto costrui­vano le loro radici sociali, Sel si con­cen­trava in una oppo­si­zione par­la­men­tare che non voglio defi­nire inu­tile ma assai poco visi­bile, e la Lista Tsi­pras si chiu­deva nel suo pic­colo peri­me­tro, gelosi entrambi della loro ine­si­stente identità.

La crisi eco­no­mica più dura è ini­ziata nel 2008, sono pas­sati quasi sette lun­ghi anni e una Sini­stra ita­liana come si deve non ha preso ancora corpo. Ci sono riu­sciti in Spa­gna e in Gre­cia, noi no. Se di fronte a que­sti impie­tosi dati di fatto ci si limi­terà a pre­pa­rare con­fe­renze pro­gram­ma­ti­che o con­ve­gni per dire che faremo e diremo… ma poi nulla fac­ciamo e diciamo vuole dire che, con­sa­pe­vol­mente o no, si sta sce­gliendo una strada che por­terà Sel pre­sto o tardi a con­fluire per iner­zia nel Pd, e la lista Tsi­pras alla irrilevanza.

But­tare giù tutte le casette di appar­te­nenza, pro­vare nuove pra­ti­che poli­ti­che, rico­min­ciare da capo e su altri con­te­nuti e con altri diri­genti. Che non siano stati, come noi, poco importa se in mino­ranza o in mag­gio­ranza, parte inte­grante di que­sta sto­rica inca­pa­cità a dare all’Italia la sini­stra che si meriterebbe.

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