Giochi di prestigio per Presidente della Repubblica

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Fonte: facebook

I volitivi e i frustrati

di Alfredo Morganti – 15 gennaio 2015

Stefano Folli è davvero lo specchio di cosa sia, oggi, l’opinione pubblica italiana. Ne riflette l’essenza. Su Repubblica si chiede, dapprima, quale sia stato il motivo effettivo delle dimissioni di Napolitano (lo sappiamo tutti qual è: la salute e l’anzianità). Lui adombra invece l’idea che si tratti dell’ “amara costatazione che la classe politica nel suo insieme non riesce ad affrancarsi dai suoi vizi di fondo”. Dopo di che, dinanzi a questi politici che ‘stagnano’ in una palude, Folli afferma che “nessuno come Napolitano, a parte il Renzi di questi ultimi tempi [ma perché c’è un Renzi precedente? quello della Ruota della Fortuna, forse? ndr], ha inciso nel dibattito pubblico e lo ha condizionato con la sua personalità”. Certo, ci sono taluni che addebitano anche a Napolitano l’impasse attuale sulle riforme e il magro bilancio politico. Ma la colpa, aggiunge subito Folli, è del “sistema politico nel suo complesso”! L’ex Capo dello Stato e Renzi sarebbero insomma gli assoluti protagonisti della fase, ma la brutta commedia cui assistiamo sarebbe sempre colpa di altri attori, e guarda caso dei “politici”. Quel sistema politico avrebbe dato “solo fragili segni di novità”, se si esclude (aridanga) “il dinamismo volitivo di Renzi”. In questi mesi avremmo assistito, insomma, al solito “conservatorismo autoreferenziale della classe politica”, un atteggiamento che, secondo Folli, peserà viepiù moltissimo e in negativo sulla elezione del nuovo Capo dello Stato.

Ed ecco il gioco di prestigio folliano. Coloro del PD che si battono contro i ‘nominati’, secondo il giornalista, voteranno il Capo dello Stato con dentro un “groviglio di frustrazioni e desiderio di vendetta” sgorgante dalla pancia del partito, che peserà sulla votazione. Ecco il punto: se non verrà eletto un candidato subito o al massimo alla quarta votazione, la colpa sarà solo dei frustrati, della pancia del PD, in particolare di coloro che “non hanno nulla da perdere”, perché non candidabili o destinati a non essere rieletti, anche a causa dei capilista bloccati (ed ecco perché non li vorrebbero!). Sono proprio costoro, secondo Folli, i franchi tiratori in pectore, quelli di cui Renzi e Lotti fanno bene a stilare liste nere. Giochi fatti dunque. Sappiamo già di chi sarà la colpa se nessun candidato verrà eletto al volo. Dei politici autoreferenziali, dei frustrati, dei franchi tiratori, no? E dovremmo benedire sin d’ora il dinamismo volitivo di Renzi, sembra dire Folli, perché se ci affidassimo alla sola ‘classe politica’ (ossia alla minoranza PD, par di leggere) saremmo già cotti, saremmo a una nuova vicenda Prodi, per di più senza la via d’uscita di Napolitano. Come dire, meno male che Renzi e Berlusconi si sono messi d’accordo. Meno male che possono contare almeno su pezzi di PD e FI fedeli alla linea. Meno male che si governa con i patti segreti e trasversali (tra un primo ministro, il capo interdetto di una forza di opposizione e pezzi sgomitolati di partiti, nemmeno tutti interi), perché sennò sottoporre i contenuti al dibattito pubblico, gestito da tali “frustrati”, frenerebbe le chissà quali belle soluzioni pronte per noi e magari partorite, nella loro filosofia di base, sin dall’incontro di Arcore della prima ora. Meno male, no?

PS. Ok. A Folli propongo solo un memo: a) la candidatura Marini nacque dal dialogo politico-istituzionale, ma fu bocciata dall’attuale leadership, che votò contro, perché secondo essa foriera di accordi con Berlusconi (sic!); b) la candidatura Prodi nacque per acclamazione, nessuno si alzò per sollevare dubbi nelle sedi appropriate, salvo votare segretamente contro in 101 in Parlamento (e tra questi 101 c’erano anche quelli che oggi rassicurano e governano il Paese, oppure manovrano per conquistare spazio politico nell’apparato e nelle aule, e tutto appaiono meno che frustrati). Insomma, a essere sinceri, la classe politica cui si riferisce Folli, quella che contribuì a sabotare prima Marini e poi Prodi, oggi è fortemente insediata alla guida di questo paese, e quella che invece tentò allora una soluzione istituzionale viene viceversa rimbrottata dal giornalista, perché sarebbe frustrata e insensibile ai problemi del Paese. Voglio appena ricordare che, da quel pasticcio elettorale e dai 101, nacque poi la soluzione di ripiego Napolitano, che certo generosamente si offerse a guidare il Paese nonostante la salute e l’età, ma a lui si appoggiò Renzi per la sua scalata eterodossa a Palazzo Chigi e per governare nei mesi successivi. Do you remember ‪#‎enricostaisereno‬? Ecco, c’è più male italiano in questo hashtag, che nelle presunte frustrazioni di chi critica legittimamente certe manovre e si tiene ben fuori dai patti segreti di ogni natura.

————————–

Appendice (Alfredo Morganti) Mi tocca scrivere un appendice al precedente post. Perché vedo solo adesso un articolo della Stampa a firma di Carlo Bertini. A un certo punto del pezzo leggo: «Quando si evoca il nome certo meno gradito ai berluscones, cioè Prodi, il premier glissa e segnala il pericolo che possano ripartire “i 101”. Un rischio troppo grosso». E chi sarebbero, or dunque, questi 101? Quelli che oggi sono in minoranza ma che Prodi, quella volta, l’hanno votato eccome? E l’hanno votato al punto da subire loro per primi le conseguenze del clamoroso flop in Aula? Che vuol dire, che Prodi non passerà mai e poi mai, perché gli stessi 101 potrebbero tornare a manifestarsi, e dopo averlo affossato una volta, lo rifarebbero ancora? Ma allora parla per sé, non parla per altri. Che fa, minaccia o si precauziona? Con questo dire e non dire Renzi vorrebbe governare un Paese e far eleggere un Presidente italiano, che parrebbe la cosa più impervia del mondo? Proprio vero: prima o poi ti tocca pure subire l’onta di essere accusato di qualcosa di cui sei stato vittima. E viceversa.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.