Fonte: Millennio urbano
Url fonte: http://www.millenniourbano.it/alluvioni-inadeguatezze-pubbliche-e-responsabilita-private/
Vito Antonio Ayroldi – ottobre 2014
“La speculazione edilizia” è un libro profetico di Italo Calvino ambientato sulla riviera ligure. Vi era tratteggiata l’origine profondamente culturale oserei dire antropologica della mutazione del nostro paese. Sono certo che a riprenderlo susciterebbe qualche considerazione psicanalitica.
Ora, il cambiamento climatico è un fenomeno reale. Presentarlo quale giustificazione del dissesto idrogeologico è un atteggiamento semplicemente stupido. Lascia però perplessi inventarsi rischi dove non esistono. Non è certo il rischio più grosso quello che si insinui nel pensiero comune l’arrendersi all’inevitabile. Penso al contrario che nell’opinione pubblica il tema del cambiamento climatico sia avvertito come tutt’altro che ineludibile.
La rassegnazione al “tanto così vanno le cose” la intravediamo invece in un ceto politico amministrativo totalmente succube rispetto alla logica privatistica del saccheggio del territorio. Quella logica privatistica propria di chi predica l’irrilevanza della pianificazione pubblica, e propaganda la versione infantile e piuttosto ingenua della “mano invisibile” di smithiana memoria, che ancora dice tanto solo a quelli che Smith non l’hanno mai letto. Nemmeno un rigo sì e l’altro no.
Con la stessa logica si può ad esempio sostenere che le risorse non ci siano per via dei troppi dirigenti presenti in un ente – ovviamente pubblico – o che la ricapitalizzazione dell’azienda di trasporto pubblico, e gli investimenti per questo fondamentale servizio, abbia messo i genovesi di fronte all’alternativa tra viaggiare su mezzi inadeguati o spalare fango. Certo bisogna tralasciare il fatto che siano capitoli di spesa totalmente diversi, ma un simile ragionamento sembra fatto apposta per farci credere che sia il settore pubblico a generare le alluvioni. Aristotele aveva inventato il principio di non contraddizione proprio per evitare simili distorsioni logiche.
Al contrario, le responsabilità sono tutte del settore delle costruzioni private, dello stuolo di seconde case costruite dissennatamente, e dell’inadeguatezza della pianificazione che ha seguito pedissequamente la logica dello sfruttamento privatistico del territorio. Questo si deve scrivere, dire e ripetere, senza lasciare intendere che le soluzioni siano di là da venire in un mondo dove “le cose vanno così”.