Fonte: La Stampa
Lutto nazionale, o poco ci manca. I dazi americani, orizzontali, erga omnes, indifferenti a ogni antica amicizia, costituiscono per la destra italiana molto più di un colpo all’economia e alle sue categorie del cuore (produttori di vini, formaggi pregiati, agroalimentare in genere). La obbligano a un bagno di realtà: l’amico americano non c’è più. Il suo disprezzo per i parassiti europei è circolare, riguarda tutti, anche i conservatori italiani, e quando Donald Trump e J.D. Vance bullizzano l’Unione ce l’hanno con ogni sua capitale e palazzo, Roma compresa, Chigi compreso. Dopo più di mezzo secolo si avvera l’antica ballata-profezia intonata negli scantinati del cabaret di destra: Occidente good bye. La cantava Pat Starke, una minuta italo-americana, nell’anno del disimpegno dal Vietnam e dell’abbandono di chi si era affidato al racconto di libertà a stelle e strisce. Il coro – incredibile – era quello di Nora Orlandi. Il testo, tormentato: “Le fedi spente, le guerre vinte / le date storiche, tutto per niente / Occidente che butti tutto quello che hai / Occidente good bye.
Più di questo, cosa? E cosa più della tradizionale, assoluta, ostinata fedeltà della destra italiana all’alleanza occidentale, fin dal ’52, quando il mondo neofascista che pure contro gli americani aveva combattuto in armi accettò il Patto Atlantico e la pax americana? La delusione di Giorgia Meloni è ovvia e ha fondati motivi, compresi quelli del consenso, perché i dazi sono una bomba sotto la nostra economia e i contraccolpi elettorali ci saranno, nonostante la scarsa competitività dell’opposizione. Gli appuntamenti annullati, il vertice d’urgenza a Palazzo Chigi, le prime parole critiche sugli Usa della premier – «Misura sbagliata» – sono il segno di uno choc e al tempo stesso di una presa di contatto con la realtà. La destra sapeva che la guerra commerciale era dietro l’angolo, sapeva che difficilmente avrebbe fatto sconti all’Italia, ma forse non ci ha mai creduto fino in fondo. A forza di addolcire la pillola trumpiana raccontando che tra il dire e il fare del Presidente Usa ci sarebbero state differenze, se ne era convinta davvero. Occidente good bye, figuriamoci. E invece ecco qui, è successo.