Fonte: lanotiziagiornale.it
“Meloni non ha sfondato, furba a non parlare di guerra”: parla il politilogo Revelli
Professore Marco Revelli, storico e politologo, come giudica il risultato di Giorgia Meloni?
“Si può dire che ha avuto un buon risultato ma non un trionfo. Non ha sfondato rispetto al voto delle politiche, anzi, se guardiamo non in percentuale ma in valori assoluti, ha perso quasi un milione di voti: erano 7,3 milioni nel 2022, sono 6,5 milioni oggi. Ha perso almeno 800mila elettori. Come la Lega che non può neanche dire di aver avuto un buon risultato, ha perso rispetto alle politiche mezzo milione di voti. Se poi confrontiamo con le Europee del 2019 la caduta è abissale per la Lega. Forza Italia che canta vittoria per il sorpasso sul concorrente Salvini ha perso quasi 100mila voti rispetto alle politiche. Questa è la contabilità non distorta dall’aumento dell’astensione. Astensione che è un segno di sfiducia degli elettori verso i politici e in primo luogo verso il governo”.
Meloni è stata abile rispetto a Macron e Scholz a nascondere il tema della guerra in campagna elettorale?
“È stata furbetta come peraltro lo è lo stile del suo governo ondivago, molto reticente sulle questioni che possono incrinare la sua immagine. La guerra è un tema che non porta voti e lei si gioca la sua fedeltà atlantica e il suo bellicismo negli incontri riservati, nei salotti buoni della politica internazionale con i bacetti sulla testa di Biden e poi si guarda bene dal parlarne di fronte all’elettorato”.
Da chi è stato trainato il buon risultato del Pd?
“Direi che è stato trainato da Elly Schlein che ha dato segno di diversità rispetto alle gestioni precedenti e ha arrestato il declino di quel partito. E anche qui se guardiamo in valori assoluti i dati, il Pd rispetto alle politiche guadagna circa 50mila voti. Non è poco. Sempre considerando la situazione nella quale l’astensione è aumentata di 5-6 punti”.
Deludente il risultato invece del M5S.
“Il crollo del M5S è triste perché aveva una buona causa che è quella della pace e purtroppo non è stata premiata dall’elettorato, un po’ perché il terreno delle Europee non è mai stato favorevole al M5S, un po’ perché sono stati fatti errori gravi. In primis l’atteggiamento che il Movimento ha avuto nelle amministrative. Questa scelta di solitudine o di rottura di un asse di opposizione che sul terreno delle amministrative è molto importante non ha pagato. Avrebbero potuto rinunciare a un po’ di capitale identitario e servire la causa di un’opposizione unita a questa orribile destra”.
Che farà ora il M5S?
“Se si radicalizzassero in una logica autocentrata farebbero un errore clamoroso. Tutto dice che in vista delle future sfide, quella referendaria e le prossime politiche, serve uno schieramento credibile per fermare queste destre… Se si sottraessero a questo compito democratico ci sarebbe per loro un ulteriore declino”.
Al contrario è andata benissimo Alleanza Verdi- Sinistra.
“Sono stati in questo caso premiati il pacifismo e la scelta di alcune figure traino non di partito come Salis e Lucano, due vittime di un sistema terribilmente autoritario. Che hanno mosso le emozioni e le passioni dell’elettorato”.
Non è stato altrettanto premiato il pacifismo di “Pace, terra e dignità”.
“Un altro dispiacere questo, perché c’era un tema straordinario della pace e del rifiuto delle armi e della guerra. Vuol dire anche qui che sono stati fatti errori gravi. Non capisco perché non sia stata fatta una lista unitaria con Avs, per esempio”.
Calenda e Renzi fuori.
“Evviva, un po’ di giustizia c’è. Non meritavano di essere premiate due figure malate di narcisismo e di egocentrismo, opportuniste nelle loro scelte… Vuol dire che non c’è un centro se si erano proclamati come centro”.
Come valuta l’onda nera di destra che ha travolto l’Europa.
“Il dato clamoroso che davvero segna un terremoto è il crollo dell’asse Macron-Scholz, l’asse della guerra. L’Europa della guerra ha perduto clamorosamente e però rischia in questo crollo di trascinare anche l’Europa delle democrazie. Perché è un crollo che racconta della crescita delle destre. Sono leader malati di demenza. è difficile qualificare in modo diverso le posizioni di Macron ma anche il modo in cui Scholz si è fatto schiaffeggiare regolarmente”.
Resisterà al Parlamento europeo la maggioranza europeista?
“Ha i numeri per farlo. Ma spero che regga anche la pregiudiziale anti-destra radicale e dunque nei confronti del gruppo di Meloni. Come hanno affermato i socialisti e autorevoli esponenti del Ppe. Mi auguro che non dobbiamo subire l’orribile spettacolo del partito di Meloni, dei Lollobrigida e dei Signorelli, che diventano un pezzo della maggioranza che regge l’Europa. Sarebbe umiliante. Il Pd tra i socialisti avrà più voce in capitolo della socialdemocrazia tedesca. Spero la usi”.