Pandemia i ricordi di Conte: “All’inizio pensai: ‘qui moriremo tutti’ “
“Soprattutto quando vedi che esponenzialmente inizia a crescere il numero dei decessi, inizi a pensare: qui non abbiamo soluzioni, gli esperti non ci dicono nulla, qui rimarremo sopraffatti da questo virus, se continua così moriremo tutti. Questa cosa per un attimo la afferri, la pensi dentro di te, nel tuo cervello, poi la butti via e lavori come un matto per risolverla”.
Racconta così i primi tempi della pandemia, a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, nella puntata andata in onda ieri, il presidente del M5S, già premier, Giuseppe Conte, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. “All’inizio tornai da Bruxelles e subito andai alla protezione civile e capì che nessuno aveva le idee chiare, cosa che non cambiò dopo qualche giorno”.
E successivamente le cose non migliorano. “Non arrivavano informazioni dalla Cina e capì che avremmo affrontato qualcosa di cui neppure gli scienziati avevano contezza. Questo è avvenuto per settimane – ha spiegato Conte a Un Giorno da Pecora – non circolavano informazioni, mancava la sequenza del virus, c’era un dibattito tra scienziati anche per le misure sulle distanze da prendere, gli Usa due metri, gli altri un metro e mezzo, era tutto così”.