Addio a Salvatore Biasco, studioso controcorrente

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Salvatore Biasco
Non so perchè se ne sia andato via così furtivamente, all’improvviso, senza dire niente. Alla chetichella, senza disturbare. Neppure so se fosse malato o cos’altro. Solo qualche mese orsono avevo potuto apprezzare un suo scritto di straordinaria raffinatezza su Marx. I grandi economisti celano sempre qualche mistero.
Ho avuto modo di conoscere Salvatore Biasco in qualche occasione dal vivo. Una di queste fu la presentazione del suo libro “Per una sinistra pensante”. Una riflessione militante, un testo come solo può scrivere l’economista sociologo di matrice ‘classica. Le sue digressioni sulla ‘cultura politica’ reggono il confronto coi grandi della scienza politica.
Un socialista. Con la forza di andare contro-corrente in epoche in cui non era facile, quando in tutto il mondo accademico (come vale tutt’ora) e purtroppo anche in quello politico di prossimità dominava il pensiero unico del liberismo.
In epoca più recente avevamo anche stretto amicizia su facebook. Di indole ponderata, mite ma determinata non teneva disprezzo alcuno per quanto si muoveva all’esterno della cerchia istituzionale della cultura. Aveva rispetto per il prossimo e la comunità e come già Keynes non disdegnava di frugare nel dilettantismo illuminato alla ricerca di qualcosa di interessante. Fui quasi sconcertato quando scoprii che amava le mie arruffate elucubrazioni in materia di micro-cosmogonia urbano-sociale. Anfratti sociali situati nei margini e presi ad esempio per una rilettura critica e dolente del mondo. Arrivò a suggerirmi di raccoglierle in un volumetto che volentieri avrebbe tenuto sul comodino per leggerle prima di dormire. Mi sentii come padre Virgilio Rotondi, il predicatore radiofonico ormai dimenticato di ‘ascolta, si fa sera’. Un brivido di grande soddisfazione, un dono: il riconoscimento di un rapporto in qualche modo intimo, sussurrato con ironica ed empatica leggerezza sulle ‘cose ultime’.
La sua dipartita mi genera tristezza, un dolore, un senso di colpa per quanto ho tralasciato del suo pensiero. Resta però vivo il suo lascito: non rinunciare a pensare il socialismo nel mondo presente. Addio maestro schivo per sempre compagno.

dalla Treccani

Addio a Salvatore Biasco, economista controcorrente

In molti hanno sottolineato in queste ore soprattutto l’impegno civile e politico, a cui deve, in parte, la sua notorietà pubblica; nel 1996 aveva accettato la candidatura propostagli dal Partito democratico della sinistra nelle liste dell’Ulivo ed era stato parlamentare dal 1996 al 2001, nella XIII legislatura, caratterizzata dai governi ProdiD’Alema e Amato. In molti ricordano il contributo da lui dato alla formulazione del programma dell’Ulivo in occasione delle elezioni del 1996 e il suo impegno immediatamente successivo per la riforma del fisco. Infatti, durante il mandato parlamentare, Salvatore Biasco ha presieduto la Commissione bicamerale per la riforma fiscale (detta dei Trenta) che ha ispirato una riforma basata sul decentramento, sulla semplificazione delle procedure, sull’eliminazione di alcune storture che avvantaggiavano in modo iniquo categorie o comportamenti. Dopo la fine del mandato, ha presieduto la Commissione consultiva che portava il suo nome: da quel percorso è scaturito il Libro Bianco sulla tassazione delle società pubblicato nel 2008, che ha innescato e ispirato notevoli cambiamenti della legislazione fiscale del nostro Paese.

La riflessione teorica di Biasco è stata molto ampia, attraversando la dimensione internazionale dell’economia, gli aspetti finanziari, i sistemi fiscali, lo Stato sociale, in una prospettiva di grande attenzione al nesso fra mercato e democrazia e alle ragioni di una rinnovata concezione socialdemocratica. Per il suo saggio L’inflazione nei paesi capitalistici industrializzati. Il ruolo della loro interdipendenza 1968-1978 gli è stato conferito nel 1982 il prestigioso premio St. Vincent per l’Economia. In seguito, attraverso libri come Per una sinistra pensante . Costruire la cultura politica che non c’è (2009), Ripensando il capitalismo. La crisi economica e il futuro della sinistra (2013), Regole, Stato, uguaglianza. La posta in gioco nella cultura della sinistra e nel nuovo capitalismo (2016) e Le ragioni per un ritorno alla socialdemocrazia (2022) Salvatore Biasco ha portato avanti una riflessione coerente e controcorrente sulle risposte che una sinistra moderna, ancorata agli ideali della giustizia sociale e non subalterna al neoliberismo, può proporre nella fase attuale caratterizzata da difficoltà nello sviluppo, disuguaglianze e predominio della speculazione finanziaria.

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