Martedì 6 settembre è morto Roma Salvatore Biasco, economista, docente universitario, autore di numerosi saggi e al tempo stesso impegnato in prima persona nell’azione politica e nel dibattito pubblico. Numerose le espressioni di cordoglio in ambito accademico e istituzionale. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando lo ricorda come «un economista rigoroso, colto e generoso, che negli anni ha saputo coniugare il lavoro scientifico con la divulgazione, l’accademia con l’impegno politico, come pochi in Italia». L’insegnamento universitario e la ricerca sono stati infatti il centro non esclusivo della sua presenza pubblica: professore ordinario dal 1975 presso la facoltà di Economia e commercio dell’Università di Modena, nel 1983 è stato chiamato all’Università La Sapienza di Roma dove ha insegnato fino alla fine della sua carriera accademica Economia internazionale presso la facoltà di Scienze statistiche.
In molti hanno sottolineato in queste ore soprattutto l’impegno civile e politico, a cui deve, in parte, la sua notorietà pubblica; nel 1996 aveva accettato la candidatura propostagli dal Partito democratico della sinistra nelle liste dell’Ulivo ed era stato parlamentare dal 1996 al 2001, nella XIII legislatura, caratterizzata dai governi Prodi, D’Alema e Amato. In molti ricordano il contributo da lui dato alla formulazione del programma dell’Ulivo in occasione delle elezioni del 1996 e il suo impegno immediatamente successivo per la riforma del fisco. Infatti, durante il mandato parlamentare, Salvatore Biasco ha presieduto la Commissione bicamerale per la riforma fiscale (detta dei Trenta) che ha ispirato una riforma basata sul decentramento, sulla semplificazione delle procedure, sull’eliminazione di alcune storture che avvantaggiavano in modo iniquo categorie o comportamenti. Dopo la fine del mandato, ha presieduto la Commissione consultiva che portava il suo nome: da quel percorso è scaturito il Libro Bianco sulla tassazione delle società pubblicato nel 2008, che ha innescato e ispirato notevoli cambiamenti della legislazione fiscale del nostro Paese.
La riflessione teorica di Biasco è stata molto ampia, attraversando la dimensione internazionale dell’economia, gli aspetti finanziari, i sistemi fiscali, lo Stato sociale, in una prospettiva di grande attenzione al nesso fra mercato e democrazia e alle ragioni di una rinnovata concezione socialdemocratica. Per il suo saggio L’inflazione nei paesi capitalistici industrializzati. Il ruolo della loro interdipendenza 1968-1978 gli è stato conferito nel 1982 il prestigioso premio St. Vincent per l’Economia. In seguito, attraverso libri come Per una sinistra pensante . Costruire la cultura politica che non c’è (2009), Ripensando il capitalismo. La crisi economica e il futuro della sinistra (2013), Regole, Stato, uguaglianza. La posta in gioco nella cultura della sinistra e nel nuovo capitalismo (2016) e Le ragioni per un ritorno alla socialdemocrazia (2022) Salvatore Biasco ha portato avanti una riflessione coerente e controcorrente sulle risposte che una sinistra moderna, ancorata agli ideali della giustizia sociale e non subalterna al neoliberismo, può proporre nella fase attuale caratterizzata da difficoltà nello sviluppo, disuguaglianze e predominio della speculazione finanziaria.