Il 4 marzo voterò Liberi e Uguali

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Paolo Desogus

di Paolo Desogus – 3 febbraio 2018

Si sta delineando uno scenario preoccupante. Berlusconi vincerà le elezioni, senza tuttavia avere la maggioranza per governare. Sarà dunque costretto a cercare una stampella nel PD renziano, che del resto da almeno 4 anni sostiene un programma politico che è il perfetto compimento della “rivoluzione liberale” (Gobetti perdonaci) berlusconiana. Berlusconi e Renzi andranno dunque a braccetto, cercando di marginalizzare o addirittura di separarsi dalla Lega.

Non sembra esserci grande spazio per il partito che otterrà il podio in termini percentuali, cioè il M5S, che del resto si conferma un miscuglio dei prodotti di scarto della destra italiana. Per quanto riguarda invece la sinistra, LeU contrariamente a quello che pensavo sino a poco tempo fa mi pare stia riuscendo a conservare il sue 6%, con l’ambizione di superarlo nel rush finale. PaP, dal canto suo, può invece al massimo raggiungere il 2%, anche se è probabile che raggiungerà appena l’1%. Del resto fare campagna elettorale dicendo continuamente di essere i “migliori”, quelli “autenticamente di sinistra”, i “veri comunisti”, fornendo come argomento il fatto che LeU sia peggio perché c’è D’Alema, non è un gran modo di fare campagna elettorale, se non altro perché questo genere di discorsi arriva anche dal PD. Ci si sarebbe aspettati maggiore apertura e dialogo. Invece siamo al solito settarismo inconcludente. La sinistra non è una magliettina che si indossa alle manifestazioni, né uno stato dell’anima, ma è una prassi che cerca di innervarsi nei processi storici. Ma questo interessa evidentemente a una minoranza dei compagni di PaP, con i quali spero di riprendere la discussione.

Naturalmente conosco bene i limiti di LeU, cioè la formazione che sostengo e che voterò. Di questi limiti credo di aver parlato lungamente, anche in polemica con molti compagni. Riprenderò – e vi prometto che sarò anche molto più severo – queste critiche dopo la campagna elettorale. A LeU mi legano ragioni affettive: in questa formazione militano infatti i compagni di una vita, con i quali non posso e non voglio rompere. Detto questo, credo che sia importante riconoscere che in questa lista sia presente un gruppo politico che, per quanto minoritario, ha piena coscienza della complessità del momento storico. Si tratta del gruppo di cui faccio parte da diversi anni, e che ha come principale dirigente politico Stefano Fassina, come intellettuale di riferimento Michele Prospero e come guida Lanfranco Turci. Il punto di partenza di questo gruppo è la riflessione sulla crisi del socialismo europeo, sul lavoro, sul sistema produttivo, sul rapporto tra stato e Unione Europea, letto in chiave critica, e sulla funzione politica del partito, inteso come luogo di mediazione tra classi popolari e istituzioni. Per quanto riguarda invece le sue radici, questo gruppo è legato alla migliore tradizione della sinistra italiana e al pensiero di Gramsci.

Invito dunque tutti gli amici e compagni a votare LeU per sostenere questo gruppo, affiché possa diventare la parte più forte del partito che si farà. Io penso che questo sia possibile, anche perché le tendenze moderate presenti in LeU sono destinate al morire. Il due Berlusconi-Renzi chiude l’ipotesi di una qualsiasi ipotesi di centrosinistra. Il centro attualmente guarda a destra. Noi invece dobbiamo guardare a sinistra, al mondo del lavoro e degli sfruttati, senza settarismi e ben coscienti che la strada è lunga ma non impossibile.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.