21 giorni per rinascere

per Gabriella
Autore originale del testo: Franco Berrino, Daniel Lumera, David Mariani
Fonte: macrolibrarsi.it
Url fonte: https://www.macrolibrarsi.it/speciali/un-approccio-integrato-estratto-da-ventuno-giorni-per-rinascere.php#

 

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21 GIORNI PER RINASCERE – di Franco Berrino, Daniel Lumera, David Mariani – ed. Mondadori

Tre settimane, 21 giorni: questo è il tempo necessario a questo programma scritto a sei mani da tre grandi esperti per migliorare la tua vita e rinascere in tutti i sensi.

In questo nuovo libro il dottor Franco Berrino propone un vero e proprio percorso pratico per calare nella nostra vita quotidiana i principi della Grande Via: alimentazione, movimento e meditazione. Un programma di tre settimane da cui uscire rinnovati nel corpo e nello spirito.

A questo scopo sarà affiancato da due esperti di primo piano nelle rispettive discipline: Daniel Lumera, considerato un riferimento internazionale nella pratica della meditazione; e David Mariani, allenatore con 40 anni di esperienza nel campo del fitness. Ventuno giorni sono peraltro, secondo alcuni studi e alcune tradizioni spirituali, il tempo che impieghiamo per prendere un’abitudine, per cambiare uno stile di vita.

Una sana abitudine che ci consentirà di rendere la nostra vita più lunga, più libera dalle malattie e più felice.

Leggi l’introduzione del libro di Franco Berrino, Daniel Lumera e David Mariani e scopri un metodo per iniziare a vivere la tua vita in modo del tutto diverso

Il rapporto con il nostro stile di vita (che include il modo di alimentarsi, la nostra attitudine al movimento fisico, una eventuale ricerca spirituale) può cambiare principalmente per due motivi: per un evento traumatico, in genere a causa di una malattia, oppure in conseguenza di un elevamento del livello della nostra consapevolezza.

Indice dei contenuti:

Perché questo libro

Lo scopo di questo libro è di aiutarci a far crescere la consapevolezza del nostro stesso esistere, del nostro modo di vivere, dello stile di vita che plasma la nostra salute e la durata della nostra vita; prevenire la malattia, osservarla da un punto di vista inedito, che ne faciliti il controllo qualora si sia già manifestata, saranno effetti collaterali di questo percorso.

Il nostro libro desidera offrire strumenti teorici, ma soprattutto pratici e applicabili nella quotidianità di ciascuno di noi, volti a sollevare il livello di consapevolezza, di benessere, di vitalità di chi è pronto a intraprendere la via del cambiamento attraverso un sistema e un approccio integrato, un programma che sviluppa attenzione verso la nostra identità, i nostri reali bisogni e il nostro benessere profondo.

Le proposte pratiche coinvolgono le sfere del nutrimento, dell’azione e del riposo, ovvero l’ambito della vita.

Cosa mangiamo, come lo mangiamo, quali sono le conseguenze del cibo che mangiamo a livello personale e sociale? Cosa significa prendersi cura del corpo? Che cos’è l’energia vitale e come possiamo agire su di essa nella vita di ogni giorno? In che modo le emozioni e il nostro stato mentale condizionano la nostra salute? Come possiamo realizzarci pienamente, prendendo coscienza del nostro passato senza attaccamento?

Attraverso un percorso di tre settimane proveremo a rispondere a queste domande.

I tre pilastri dell’approccio integrato

In questo libro troveremo le indicazioni per riuscire a mettere il nostro organismo nelle migliori condizioni per avere la massima capacità di autocura, e impareremo a gestire attraverso le tre vie la nostra chimica organica per ristabilire, quando necessario, il perduto equilibrio.

Favoriremo il recupero della vitalità, propria originariamente di ogni essere umano, tramite tre livelli di purificazione, ringiovanimento e longevità; intraprenderemo un viaggio dallo smembramento tipico della quotidianità frenetica contemporanea a un processo di riequilibrio e armonia fisiologico e mentale, che può apportare cambiamenti grandiosi nella vita di ogni giorno.

Cucina Macromediterranea®: essenza di Oriente e Occidente

Il ritorno a uno stile alimentare semplice, sano, basato sugli ingredienti fondamentali della dieta mediterranea, e sulla filosofia dell’energia del cibo tramandata dalla macrobiotica: è ciò che propone la Grande Via, che per definire questo movimento alimentare ha coniato il termine Cucina Macromediterranea®.

Nel corso del programma di 21 giorni scopriremo il modo per trovare equilibrio tra gusto e salute e potremo riconoscere molti vizi alimentari e liberarci da essi, introducendo abitudini consapevoli e sane.

Movimento fisico

Ritroveremo la nostra identità di esseri vitali e creativi. La conoscenza dei meccanismi istintivi della nostra fisiologia ci permetterà di tornare a concepire il movimento fisico come un’attività naturale e gradevole che ha irmumerevoli effetti benefici: farci ritrovare l’abbraccio della natura, rilasciare stress, tensioni e pensieri ossessivi, recuperare un’ottimale qualità del sonno, rafforzare il sistema immunitario, migliorare l’efficacia del nostro sistema circolatorio…

Ricerca interiore

Le pagine del libro ci guideranno alla scoperta di alcune tecniche di respirazione e di meditazione, che si basano sulla connessione profonda con noi stessi, e ci proporranno l’esperienza dell’attivazione bioenergetica, basata su corretta respirazione, corretta visualizzazione, corretta intenzione. I lettori avranno accesso a un tempo ritrovato: grazie a esso, potranno ristabilire un flusso importante di energia vitale stimolando un’intensa presenza e consapevolezza.

Perché ventuno giorni

Per far sì che un comportamento diventi routinario, è diffusa la convinzione che sia necessario ripetere quotidianamente la stessa azione per almeno 21-28 giorni. In questo modo il nostro cervello inizia a creare automatismi simili a quelli dei cani di Ivan Pavlov, lo scienziato russo che all’inizio del secolo scorso scoprì i riflessi condizionati. I cani salivavano quando ricevevano il cibo, non salivavano quando sentivano il suono di una campanella, ma se ripetutamente si suonava la campanella quando si portava il cibo, al suono della campanella, anche in assenza di cibo, i cani iniziavano a salivare preparandosi al pasto.

L’esperienza dei neuroscienziati porta a ritenere che meccanismi dell’abitudine riferiti ai comportamenti principali dell’essere umano siano più complessi, intervengano in multiple regioni cerebrali e richiedano tattiche più raffinate e multifattoriali, ma, certamente, la ripetizione di un gesto per tre settimane aiuta a farlo diventare consueto, integrandolo più facilmente in un’abitudine.

Gli esperimenti animali, per esempio nel caso in cui si istruisce un ratto a scegliere se andare a destra o a sinistra in un percorso a T utilizzando gratificazioni alimentari, mostrano che nello stabilirsi di un’abitudine intervengono due aree cerebrali: lo striato dorsolaterale e la corteccia infra-limbica; queste due aree non sono connesse direttamente, ma devono essere entrambe intatte affinché l’abitudine si stabilisca. Dopo circa due-tre settimane di addestramento, il ratto sceglierà accuratamente e senza esitazione la stessa strada per abitudine, anche senza gratificazione.

Quando apprendiamo nuovi compiti, nel nostro cervello si creano e si strutturano nuove connessioni fra le cellule nervose. Nel primo anno di vita si stima che i bambini creino oltre 30.000 connessioni al secondo. Nasciamo, infatti, con già tutte le cellule nervose, ma è necessario lavorare molto per farle funzionare in rete – facendo crescere e potando continuamente nuovi rami – e stabilizzare le reti che si sono dimostrate efficaci ed efficienti.

Gli studi sugli adulti che apprendono una seconda lingua suggeriscono che occorrano esercizi di ripetizione quotidiana delle nuove parole per 21 giorni per consolidarne la memorizzazione nelle reti neuronali. Pare logico ipotizzare che anche il consolidarsi di una nuova abitudine richieda lo stesso tempo.

Non ci sono in merito molti dati sull’uomo, ma un’esperienza interessante è quella della terapia cognitivo-comportamentale multistep per l’obesità sviluppata dai ricercatori di Villa Garda (Verona). Il problema degli interventi comportamentali per l’obesità (dieta ipocalorica e attività fisica) è che gran parte dei pazienti recidivano entro pochi anni. Anche negli obesi, infatti, il peso corporeo è fisiologicamente regolato da un meccanismo biologico che impone all’organismo di recuperare il peso perso, e difficilmente con brevi interventi comportamentali si riesce a spostare il livello di equilibrio; inoltre l’ambiente obesiogeno in cui viviamo, con offerta continua di cibi spazzatura e crescente di lavori sedentari, rende difficile il mantenimento di sane abitudini. Nel programma di Villa Garda, che si è rivelato più efficace a lungo termine, gli obesi vengono gestiti in day hospital o ricoverati per tre settimane, nel corso delle quali sono assistiti da un team multidisciplinare con medici, infermieri, dietisti, psicologi e fisioterapisti in un programma individualizzato che include:

  • dieta mediterranea, ipocalorica ma saziante, con menu pianificati anche secondo le preferenze dei pazienti, coinvolgendo anche i conviventi;
  • riabilitazione motoria e funzionale, privilegiando l’esercizio fisico realizzabile durante le normali attività quotidiane;
  • sessioni quotidiane di terapia cognitivo-comportamentale, analizzando gli ostacoli al cambiamento, evitando aspettative non realistiche e valorizzando anche piccoli miglioramenti.

Nell’uomo, inoltre, è ben dimostrato che tre settimane di cambiamento alimentare da una dieta onnivora a una dieta vegetale consentono di migliorare significativamente la fisiologia riducendo tutti i fattori di rischio cardiometabolici.

Per consolidare un’abitudine, tuttavia, può essere necessario un tempo più lungo: uno studio su un centinaio di nuovi iscritti in palestra ha mostrato che gli istruttori devono proporre esercizi semplici e divertenti per sei settimane affinché l’esercizio fisico diventi un’abitudine.

In ogni caso, che siamo religiosi, atei, agnostici o apofatici, razionalisti o superstiziosi, materialisti o spirituali, il numero 7 e il numero 3 sono simboli profondamente incisi nel nostro cervello limbico, fanno parte della storia dell’umanità, delle tradizioni culturali e rituali. Per agire sul nostro cervello limbico, dove sono iscritte le nostre reazioni primitive, le tracce epigenetiche della vita dei nostri antenati, quelle tracce che ci fanno talvolta agire in modo apparentemente irrazionale, non servono spiegazioni e ragionamenti: occorrono simboli, riti.

Non c’è ragione di vergognarci di avere in noi componenti irrazionali; la razionalità è una guida importante della nostra vita, ma è anche una gabbia che ci impedisce di esplorare sentieri nuovi di conoscenza, di far crollare i dogmi, i paradigmi scientifici, di scoprire che ci illudiamo di conoscere tante cose, che la realtà è più complessa, meravigliosamente più complessa, di quanto possiamo decifrare. E di fronte a tale complessità non possiamo che essere umili.

Simbologia del numero 7

7 sono i giorni della settimana e i colori dell’arcobaleno; 7 sono le Virtù Capitali (la somma delle 3 virtù teologali e delle 4 virtù cardinali), opposte ai 7 vizi capitali; 7 sono le meraviglie del mondo e i re di Roma con i suoi colli… Nella storia dell’uomo e in quella molto più antica del pianeta, il numero 7 ricorre prepotentemente. Il suono stesso e il colore si strutturano su un ritmo “sette-partito”: nella scala diatonica ci sono 7 note e lo spettro dei colori è suddiviso in 7 porzioni.

Il 7 è un numero che pare emanare un’intima saggezza, che si ripresenta in numerosi detti e proverbi (“Le sette vite di un gatto”, “Sudare sette camicie”, “Essere al settimo cielo”, “Sette anni di sfortuna”…), in varie pagine di letteratura (chi non ha mai sentito parlare di fiabe della antica tradizione popolare quali Biancaneve e i sette nani o II lupo e i sette capretti?) e perfino in vari must della cultura cinematografica (Seven, Sette spose per sette fratelli, Sette anni in Tibet, per citarne alcuni).

Che cosa si cela nell’essenza di questo numero particolarmente significativo per la storia dell’uomo, e perché il presente libro è stato costruito su una struttura orchestrata dal numero 7, come una Creazione ben più celebre e antica?

Essendo connesso al compiersi del ciclo lunare, il numero 7, secondo l’antica tradizione orientale, è considerato sacro. Tra gli ebrei quest’ultima concezione si realizza nella menorah, il famoso candelabro formato da 7 bracci, evocativo dei 7 pianeti, ma anche della divisione in 4 parti dell’orbita della Luna (28 giorni).

117 rappresenta la globalità, un ciclo dinamico e compiuto. E simbolo dell’unione tra il divino e il terreno, tra natura fisica e spirituale. Non a caso 7 sono i chakra principali, centri energetici all’interno dei quali si concentra energia, consentendoci un’attività fisica, emotiva e spirituale, secondo la millenaria tradizione vedica.

I giovani guerrieri dell’antica Grecia venivano iniziati in forma comunitaria, suddivisi in classi di età; a Sparta da sette a diciotto anni.

Per i pitagorici il 7 era il numero legato alla perfezione ciclica, associata geometricamente al cerchio.

In tradizioni più recenti, all’età di sette anni erano associate pratiche particolari che aprivano le porte dei bambini al mondo adulto, in una ritualità che aveva il sapore dell’iniziazione. Nelle saghe irlandesi l’eroe Cù Chulainn prende le armi a sette anni e anche suo figlio sarà mandato in guerra dalla madre alla medesima età.

Nell’Upanayana indiano il bambino maschio è ammesso alla vita adulta dai sette anni tramite il rito di passaggio a Dvija (nato due volte). Per l’occasione egli viene spogliato e rivestito con una stoffa bianca senza cuciture che, secondo i Veda, rappresenta la placenta, ed è cinto con una cintura di erbe intrecciate.

Il numero 7 è mistico anche per la tradizione mesopotamica (corrisponde ai 5 pianeti insieme al Sole e alla Luna); mentre per i popoli siberiani rappresenta i 7 livelli dell’albero cosmico e le regioni del cielo.’^

Secondo Giambattista Morgagni, anatomista e patologo vissuto a cavallo fra il XVII e il XVIII sec., Ippocrate, padre della medicina moderna, così definisce i cicli settennali di trasformazione individuale:

Ippocrate, dunque (De carnibus, De septimestri partu), le fissa come segue: alla prima età egli assegna un settennio; uno alla seconda, che sarebbe la puerizia; uno alla terza, cioè all’adolescenza; alla quarta, invece, ossia alla gioventù, alla quinta, che sarebbe l’età di consistenza, alla sesta, identificantesi con la prima vecchiaia, a ciascuna, ripeto, di tutte queste età egli assegna due settenni; mentre alla settima, cioè all’estrema vecchiaia, egli lascia quanti rimanenti anni avanzano prima della morte.

Anche il riformista austriaco Rudolf Steiner (1861-1925), intervenuto in vari campi del sapere, illustra un’antropologia dell’uomo fondata su cicli di sette anni,’^ che si rispecchia nella pedagogia Steiner-Waldorf, oggi applicata in circa 12.000 istituti nel mondo.

I sette gradini della ricerca interiore

Il numero 7 è carico di significati simbolici che lo riconducono alla ricerca mistica, all’esplorazione di se stessi, alla volontà di completezza interiore.

Il significato esoterico (dal greco esóteros, “interiore”, a indicare i discepoli di Pitagora ammessi all’interno della scuola) connette questo numero a varie corrispondenze.

Il significato esoterico dell’Albero del Tarot della tradizione egizia si compone di simboli che rimandano al 7: la croce centrale, composta dai 7 simboli che si riferiscono al microcosmo, e la sinusoide trasversale, composta dai 7 simboli che si riferiscono al macrocosmo.

Gli Elohim o Potestà sono 7 angeli del terzo coro della seconda gerarchia angelica. Sono le vere entità dietro al “Dio” della Genesi.

Al numero 7 è legata anche la teoria dei Sette Spiriti delineata dal mistico tedesco Jacob Boehme, il quale li definisce Sette Qualità o Spiriti Sorgente, mentre nell’Apocalisse sono noti come Sette Spiriti Creativi.

Nell’Apocalisse di Giovanni sono descritti, per quattro volte, i Sette Spiriti in piedi davanti al Trono di Dio, inviati sulla Terra per compiere la Creazione.

Nel versetto del Libro di Isaia sui 7 doni dello Spirito Santo troviamo queste attribuzioni: il primo dono, detto del Consiglio, indica il progetto divino su ogni persona; il secondo dono, detto della Sapienza, consente di vedere le situazioni con il cuore stesso di Dio; il terzo dono, detto della Fortezza, ci rende resistenti contro ogni tentazione; il quarto dono, dell’Intelletto, consente di riconoscere la presenza di Dio in tutto; il quinto dono, della Pietà, è la capacità di riconoscere Dio in tutti gli uomini; il sesto dono è quello del Timor di Dio, il quale non esige paura, ma rispetto e assunzione di responsabilità delle nostre azioni; il settimo e ultimo dono è quello della Scienza, sinonimo di conoscenza di amore totale verso Dio, perché l’amore per le creature deriva dall’amore di Dio. Il vero “scienziato” migliora la sua vita e quella degli altri.

Tradizionalmente questi sette doni sono disposti sulla menorah, il candelabro a 7 bracci, che rappresenta sia i 7 giorni della Creazione che i 7 Elohim che hanno operato nella creazione stessa, i 7 Spiriti Creatori, che presiedono ai 7 pianeti sacri del nostro sistema solare, ognuno dei quali porta con sé un vizio che deve essere convertito in virtù.

Simbologia del numero 3

Considerato il primo numero di armonia, di soluzione del conflitto dualistico, il 3 è detto il “numero perfetto”, nel senso dell’armonia delle parti e dell’equilibrio delle forze.

Già la scuola pitagorica, movimento filosofico e scientifico nato nel I sec. a.C., lo considerava un numero perfetto, in quanto sintesi del pari (2) e del dispari (1); il 3 raffigura nella teoria dei numeri la superficie (altri numeri rappresentavano il punto, la linea ecc.) e la prima superficie ha forma di triangolo.

Se torniamo alla mitologia greca, ricorderemo di averlo più volte sentito nominare per le divinità: le Parche, le Furie, le Grazie, sempre in numero di 3. Il 3 è il prodotto dell’unione tra l’1, il principio attivo, e il 2, il grembo che accoglie la creazione.

Anche per i cinesi il 3 è perfetto, perché numero della totalità cosmica: cielo, terra, uomo.

Al 3 sono stati attribuiti significati magici e simbolici da tutte le civiltà e in tutte le epoche: nelle religioni, sono frequenti le triadi divine, dalla Trimurti induista (Brahma, Shiva, Vishnu) alla Trinità del cristianesimo.

Filone di Alessandria, nel I sec., voleva spiegarne la sacralità e la perfezione con le tre dimensioni degli oggetti.

Durante il Medioevo, come ben si evidenzia in particolare nella Divina Commedia, il 3 e i suoi multipli hanno un valore simbolico (3 cantiche, 33 canti, 9 gironi infernali).

3 è infatti il simbolo della perfezione e della completezza, significati che condivide con il 7 e con il 10.

Diario del cambiamento

Prima di proseguire la lettura di questo libro facciamo una pausa. E molto importante. Chiudiamo gli occhi ed eseguiamo un lento e profondo respiro.

Vogliamo davvero iniziare la nostra rinascita ora? 

Respiriamo profondamente ancora una volta.

“Voglio intraprendere la mia rinascita adesso?”

Cerchiamo di darci una risposta sincera, che corrisponda realmente alle esigenze del nostro corpo, della nostra mente e delle nostre emozioni.

Se la risposta è no, possiamo chiudere il libro e rimandare la lettura al momento in cui ci sentiremo pronti a compiere un effettivo cammino di miglioramento delle nostre abitudini.

Se la risposta è sì, sospendiamo comunque la lettura e procuriamoci un quaderno nuovo e una penna: questo diverrà il nostro diario delle buone abitudini. Nelle sue pagine scriveremo, con le nostre mani, i nostri personali obiettivi e lo aggiorneremo quotidianamente in modo da creare un percorso, una mappa che ci sostenga negli inevitabili momenti di difficoltà che incontreremo. Potremo consultarlo per rafforzare la nostra motivazione e osservare con uno sguardo complessivo il cammino che avremo percorso.

Scrivere a mano, con la penna, non è la stessa cosa che scrivere al computer: il nostro cervello è abituato da millenni alla scrittura a mano e riceve sollecitazioni positive da questo antichissimo esercizio. Anche la nostra creatività è positivamente influenzata da questa attività.’® Questa breve pratica quotidiana ci sosterrà con un’efficacia che ora non possiamo immaginare.

Stabiliamo chiaramente il punto di arrivo e facciamo un elenco ideale di alcune tappe intermedie. Scriviamo la relazione che esiste fra l’obiettivo che ci poniamo e la nostra soddisfazione e realizzazione personali, in modo da poterlo ricordare ogni volta che ci verrà un dubbio, ogni volta che ci chiederemo: “Perché lo sto facendo?”.

Ecco alcune domande a cui possiamo rispondere, per iscritto, nel nostro diario del cambiamento per conferire ima forma chiara al nostro progetto di rinascita.

  • Quali sono i due aspetti che più voglio cambiare in me? Perché? In cosa credo che questi due aspetti mi danneggino?
  • Questi due aspetti hanno ripercussioni negative anche sui miei cari?
  • Quali sono le due qualità che maggiormente voglio sviluppare in me?
  • Quali sono i benefici di cui si arricchirà la mia vita coltivando queste due qualità?
  • Che cosa proveranno le persone intorno a me mentre alimenterò queste due qualità in me?
  • Quali sono gli effetti benefici che queste qualità avranno sul mio corpo?
  • Come voglio sentirmi, intraprendendo questo cambiamento?

Franco Berrino è medico, patologo, ed epidemiologo. Per molti anni ha lavorato all’Istituto Nazionale Tumori di Milano, dove ha coordinato il progetto DIANA, sulla relazione tra alimentazione e tumori (in particolare al seno).

I suoi studi hanno analizzato lo sviluppo dei tumori in Italia e in Europa, e in particolare il rapporto fra stile alimentare, livelli ormonali e successiva incidenza del cancro. Oggi promuove la corretta alimentazione come prezioso strumento per prevenire l’incidenza del cancro e delle sue recidive.

E soprattutto, da sempre, ha a cuore la salute delle donne e degli uomini.

Daniel Lumera, (Giovanni Andrea Pinna) è Docente, scrittore, formatore internazionale, nato in Sardegna ad Alghero.

Esperto nell’area delle scienze del benessere e della qualità della vita.

Daniel Lumera è l’ideatore del metodo My Life Design®, il disegno consapevole della propria vita professionale, sociale e personale; un percorso formativo diventato sistematico grazie alla collaborazione con Università, enti di ricerca del Sistema Sanitario Nazionale e la G.U.N.I. UNESCO, ed applicato a livello internazionale in aziende pubbliche e private, al sistema scolastico, penitenziario e sanitario.

È considerato un riferimento internazionale nella pratica della meditazione, che ha studiato e approfondito con Anthony Elenjimittan, discepolo diretto di Gandhi, attraverso il quale matura la visione di un’educazione fondata sulla consapevolezza, sull’interculturalità, sulla cooperazione e sulla pace.

David Mariani ha allenato atleti professionisti di undici nazionali in diverse discipline sportive, tra cui ciclismo, basket, tennis, con cui ha vinto medaglie olimpiche e mondiali. Da 40 anni si occupa di fitness e ha codificato il metodo Healthy Habits per la riattivazione dei sedentari, basato su tecniche di comunicazione innovative, grazie al quale migliaia di persone stanno abbandonando la sedentarietà.

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