1° assemblea nazionale Articolo 1-MDP, Napoli – 1 aprile 2017

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Rina Nardi

di Rina Nardi – 2 aprile 2017

Ore 7,15 Roma, Stazione Termini. Sono sul frecciarossa diretta a Napoli e vedo dal finestrino passare alcune compagne, miei contatti facebook e poi a seguire D’Attorre, Stefano Di Traglia, Gessica Allegni, tutti in fermento per l’evento. Ore 10,00 Napoli, Stazione Marittima. Tutto è pronto per la prima assemblea nazionale dei comitati promotori di Articolo 1- MDP, la sala è già quasi piena e il flusso di arrivi continua ininterrottamente; dopo mezz’ora arrivano anche Bersani e D’Alema accolti da calorosi applausi: l’emozione è palpabile, la giornata è storica e si respira un’aria gioiosa e familiare.

Apre con un lungo intervento Roberto Speranza con la frase che tutti noi abbiamo in testa: “siamo di nuovo a casa, abbiamo finalmente ritrovato una casa comune” e parte con un’autocritica: “le disuguaglianze esplodono e la sinistra in questi anni è stata timida e titubante tanto da consegnare risposte ai populismi alla Salvini e Le Pen. Siamo stati più amici di Marchionne che dei lavoratori. Si deve cambiare rotta, superare con un impegno immediato il Job’s Act, ripristinare le garanzie dell’art. 18, rimettere mano alla cosiddetta buona scuola, approvata senza alcun consenso da parte di chi ci lavora e di chi la vive.” “Basta con le balle, con le narrazioni impossibili, occorre verità, sobrietà, umiltà, giustizia, basta con l’arroganza; diciamo a Gentiloni che siamo contro il partito dell’avventura, che non siamo disponibili ad avallare politiche contro i cittadini, che rivogliamo al centro della politica la questione sociale.”

Bravo e coraggioso Enrico Rossi, a nominare di nuovo la parola socialismo. “L’ossessione di articolo 1 sarà il lavoro, specialmente quello giovanile, data la disoccupazione dei giovani italiani al 40 per cento. Basta con i bonus fiscali, occorrono investimenti su Sanità, Istruzione, Mezzogiorno, occorre un maggiore intervento dello stato, rimettere in moto l’economia, le liberalizzazioni, una riconversione ecologica, riprendere il grande tema della legalità: le mafie arrivano quando il diritto diventa privilegio, quando il familismo ammazza il civismo. La corruzione arresta la crescita.” “Articolo 1 sarà ovunque ci sono diritti negati, in Italia come all’estero, ovunque ci siano da affrontare i temi della democrazia. Basta con le liste decise nel chiuso di una stanza, il Parlamento non dovrà essere di nominati, ma di rappresentanti dei cittadini. Ci si dovrà organizzare in tutto il territorio, senza alzare steccati, dialogando con tutti, nel pluralismo del centro-sinistra, in tempi brevi per i prossimi appuntamenti che ci attendono. Il 25 aprile saremo tutti a Milano per celebrare la Liberazione e la Resistenza”

INTERVENTO DI GUGLIELMO EPIFANI

Epifani afferma: “Con un sospiro di sollievo siamo di nuovo a casa, essere a casa dà un senso di pace, sicurezza, gioia. Quella non era più la nostra casa, non perché fosse una casa troppo larga o plurale, no, è esattamente il contrario: quella non era più la nostra casa perché era diventata la casa di Qualcuno che escludeva tutti gli altri. Ne siamo usciti perché quei valori di rispetto, di partecipazione democratica, di giustizia, di diritti erano venuti meno. Non solo per il comportamento arrogante: quando mai i fondatori del PD avrebbero potuto immaginare che un giorno il loro partito avrebbe potuto avere nei confronti del sindacato tutto, della CGIL in particolare, gli atteggiamenti che ha avuto negli ultimi anni!?”, “ Assenza di rispetto, prese in giro nei confronti dei rapporti sociali e personali, delle autonomie locali, del mondo della scuola, della ricerca, dell’università che è il mondo del futuro; e che il PD avrebbe cavalcato il tema generazionale per dividere, per spaccare, per rottamare, che al di là della della volgarità del termine, significava in realtà, ora lo capiamo bene, non la rottamazione degli anziani, ma degli avversari politici, ai quali non si perdonava la schiena dritta, la coerenza, e il coraggio delle proprie battaglie”. “Questo è un ritorno a casa per ricostruire la casa larga del centro-sinistra italiano, non un’ambizione o un’identità piccola, ma grande. Non possiamo ricominciare così, con Renzi che riinizierà la sua narrazione, come se nulla fosse accaduto; non con Berlusconi che ripropone le antiche ricette della destra: far pagare di meno quelli che hanno di più e far pagare di più a quelli che hanno di meno, né con i grillini che con la loro improvvisazione e approssimazione non possono governare un grande Paese. La nostra sfida non sarà un partito del 4 / 5 per cento, non ci interessa, in questo attuale quadro noi abbiamo la possibilità di fare una grande offerta politica”

INTERVENTO CONCLUSIVO DI ARTURO SCOTTO

“Il nostro movimento ha un programma moderato: attuare la Costituzione Italiana; noi dobbiamo portare il Paese alla ricostruzione morale, civile e materiale. Oggi ci sono ancora troppe guerre, troppi traffici di armi, troppe chiusure: quando si sceglie la strada dei dazi, del protezionismo, del respingimento, dei muri si avvera la profezia di Francois Mitterrand: il nazionalismo porta sempre alle guerre. Vogliamo riaffermare il principio di uguaglianza per tutti in un Paese in cui l’ascensore sociale è bloccato, l’impoverimento delle classi medie è evidente: vogliamo il concetto di progresso come trama democratica di questo Paese. Gentiloni ha un grande merito: aver abbassato la temperatura del clima politico, non considerando la politica come conflitto sociale permanente in cui uno prevale e l’altro soccombe a terra stremato e umiliato, però non basta essere educati per portare il Paese fuori dalla crisi e salvarlo dai populismi. Basta con i bonus e le mance: nel DEF occorre stanziare 8 miliardi per la cura del territorio, uscendo dalla logica di protezione civile ed entrando in quella della prevenzione civile. Bene il decreto per l’abolizione dei voucher (grazie alla CGIL), anche se bisogna regolamentarne l’uso. Occorre anche rimettere al centro del dibattito l’art. 18 perché vogliamo essere quel movimento che da diritti, non li toglie: il diritto a non essere ricattato sul posto di lavoro. Inoltre la sanità pubblica deve essere concepita come diritto universale, portarne la spesa al 7 per cento del PIL come Germania e Francia: vogliamo entrare in Europa! Sulla scuola si è consumata la frattura più grande: nel DEF si deve chiudere la partita del precariato e stabilire che il compito del preside (non è scritto da nessuna parte della Costituzione) non può essere quello di scegliere, promuovere o punire gli insegnanti. Proponiamo un patto di legislatura su alcune questioni fondanti: a Testamento biologico e fine vita. Ci battereme contro l’ostruzionismo della destra. b Jus soli. Ci sono 800.000 fantasmi nati nel nostro paese da regolarizzare subito. c Accogliere chi scappa dalla guerra e dalla fame. I dati stimati sono di circa 400.000 persone d Un altro dei volani della ripresa è la riforma della Pubblica Amministrazione che deve essere profondamente rinnovata nel Mezzogiorno e ovunque: sbloccare il turn-over, immettere energie giovanili. e Abolizione dei capilista bloccati. Dobbiamo essere una forza che vuole la capacità dei gruppi dirigenti, la meritocrazia, la passione ed essere un posto dov’è bello stare, non dove fare training autogeno o analisi per poter affrontare le riunioni; una forza che unifichi i pensieri, le idee, i sentimenti. Basta con la rottamazione, dobbiamo sempre sapere che siamo nani seduti sulle spalle di giganti, questa generazione deve ricostruire un grande campo di forze progressiste in grado di uscire dalle difficoltà di questi anni e rimettere al centro un Progetto per il Paese”.

L’assemblea si chiude alle 14,30 ed ha visto la partecipazione di 2500 persone e gli interventi, oltre quelli citati, di Roberto Zaccaria, Massimiliano Smeriglio, Maria Cecilia Guerra, Luisa Bossa, Pasquale Vespa, Serena Spinelli, Massimo Paolucci, Stefano Quaranta, Silvia Prodi, Francesco La Forgia, Michela Rostan, Enrico Rossi, Maria Flavia Timbro.

Foto di copertina di Pina Fasciani

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2 commenti

Maurizio Bracci 3 Aprile 2017 - 8:09

Capita che qualcuno, vagando per le pagine del web ed evidentemente insoddisfatto nel profondo del proprio spirito, non trova di meglio da fare che offendere chi pensa e agisce diversamente da sé.

Ma purtroppo per loro, nessun ridicolo e malevolo commento può cancellare il fatto che usciti da questa bella, interessante e riuscitissima assemblea, la bellissima Napoli appariva ai miei occhi ancora più bella. 🙂

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Giuseppe Sestito 3 Aprile 2017 - 11:35

Articolo Uno della Costituzione Italiana: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro……” Questa formulazione la si deve ad Amintore Fanfani, che la presentò all’Assemblea Costituente e la fece approvare. Fanfani è stato uno dei più grandi leader politici e statisti cattolici e democratici cristiani che l’Italia abbia mai avuto. Ironia della sorte….I tardi epigoni dei comunisti, che lo avversarono e combatterono in modo fazioso, appellandolo con epiteti irripetibili, com’è stato sempre nel loro modo di fare politica, oggi adottano nel motto del loro partitino proprio l’articolo formulato dal politico aretino. E c’è chi sostiene che la Nemesi storica non ci sia e non agisca, anche se nei tempi lunghi……C’è, invece, e come se c’è…..

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